L’armocromia della Schlein vista da Gramellini e (soprattutto) da De Luca

La Schlein finisce tra due fuochi dopo l’intervista a “Vogue” in cui affronta con sorprendente “leggerezza dell’essere” temi decisamente voluttuari. C’è il fuoco dell’ironia sottile ma assai graffiante di Massimo Gramellini nel suo “Caffè” di ieri sul Corriere della Sera; e c’è il fuoco a pallettoni del sarcasmo impietoso di De Luca (stavolta legittima difesa, roba da “A brigante, brigante e mezzo”, in memoria del “capobastone” affibbiatogli dalla vincitrice del congresso Pd nel discorso d’investitura).
Il fuoco gentile, diremmo addirittura “amico”, di Gramellini: “Ringrazio Elly Schlein perché fino a ieri ignoravo colpevolmente l’esistenza dell’armocromia, l’arte di abbinare i vestiti alla carnagione. Ignoravo anche esistessero persone pagate 400 euro l’ora per segnalarmi che il maglione grigio topo con losanghe arancioni, in stile fidanzato di Bridget Jones, sbatte terribilmente con le occhiaie giallastre. E non mi scandalizza che una giovane leader politica affronti questi temi su una prestigiosa rivista di moda. Il problema è che quella di Elly Schlein a “Vogue” non era una intervista qualsiasi. Era la prima da segretaria del Pd, per di più alla vigilia della Festa del Lavoro, un tempo ‘core business’ della ditta. E per la sua prima uscita pubblica, quella che dà il tono di una leadership, mi sarei aspettato una conversazione sul salario minimo, o una di politica estera con i quotidiani stranieri, oppure sui diritti civili con qualche settimanale popolare…”.
Ora un assaggio abbondante del fuoco a pallettoni di De Luca: “Abbiamo appreso da una intervista rilasciata dall’onorevole Schlein, nuova segretaria del Pd, che la stessa si avvale della consulenza di una armocromista, cioè di una esperta che consiglia la scelta dei colori nell’abbigliamento. Un’armocromista che si fa pagare 400 euro all’ora. La signora si chiama Enrica Chicchio: Cacchio verrebbe da dire. Io vorrei suggerire una cosa all’onorevole Schlein: se mi paga la metà di quanto prende Enrica Chicchio, io sarei in grado di proporre un risultato dal punto di vista cromatico anche migliore”. E spiega: “Quando ero sindaco di Salerno, noi del Comune facevamo lo studio sulle facciate dei palazzi del centro storico e nelle aree più rappresentative della città. Era il piano dei colori. Ecco perché sarei in grado di proporre un risultato migliore a metà prezzo rispetto alla Chicchio. Comunque possiamo essere lieti. Personalmente ho avuto un momento di commozione davanti a questa notizia. Noi che siamo modesti artigiani della politica, noi che non siamo moderni e non veniamo neanche da famiglie facoltose, rimaniamo impegnati e interessati sulle cose che riguardano banalmente la vita degli esseri umani di carne ed ossa”.
Cosa dire? Al di là dello scherno caustico e dell’invettiva sferzante, dentro le parole di De Luca si legge un messaggio politico preciso, riassumibile nel discrimine tra lo stile dell’essere genuinamente comunista (lui lo è stato e in forma moderna ancora lo è) e il para-comunismo radical chic dei ricchi, modello Schlein (od anche Carlo De Benedetti, si scelga a proprio piacimento). Apprenda, impacchetti e porti a casa, la segretaria del nuovo(?) Pd.

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