Atripalda – Canzoni di guerra
Nei lontani anni del secondo conflitto mondiale, ad Atripalda, pur non trovandoci in prima linea, avvertivamo le tragiche conseguenze di quel mondo in fiamme, che si manifestavano in tutti gli aspetti della vita di allora.
Ne risentiva anche il bene collettivo dell’informazione, già di per sé scarsa a causa della “povertà”, degli strumenti disponibili a dare notizie, ma ancor più per l’”inquinamento” continuo dell’informazione stessa ad opera dell’inevitabile propaganda politica di regime, che si riversava soprattutto sulla conoscenza del vero andamento bellico.
In sostanza, nel Paese, noi poco sapevamo della autentica realtà dei fatti che accadevano, pure esaltati, a volte, da inni di guerra.
Li apprendevamo poco e male; e neppure meglio per effetto delle strane trasmissioni radio clandestine, che intenzionalmente presentavano agli ascoltatori in toni differenti gli stessi eventi, pur sempre gravi, del momento. Credere o non credere ai fatti per come da opposte fonti raccontati, era questo il dilemma che affliggeva anche il nostro povero Paese; nel quale vivevamo noi atripaldesi, ingenui e di buona fede.
Ci illudevano, tuttavia, le ripetute canzoni della guerra, che esaltavano eroismi e coraggio od anche coniugavano, al modo infinito o al tempo futuro, il seducente verbo “vincere”.
Ricordo, da troppo giovane, i commenti e le considerazioni delle nuove leve, anch’esse fatte di giovani, che esternavano ai più anziani il loro diverso modo d vedere la realtà; le loro parole mi apparivano di conforto, perché davano sicurezza ed anche coraggio.
Andavamo tutti alla ricerca di verità, animati da inconfessata speranza in qualcosa che neppure sapevamo definire con esattezza.
I genitori si confidavano con altri genitori, più per ottenere solidarietà in un così difficile momento di paure per una guerra che ancora non aveva il suo epilogo, ma che, tuttavia, già molto chiaramente annunciava.
Invero gli eventi erano molto più grandi delle dimensioni di quel nostro Paese; che, in fondo, era tutti noi e tale è rimasto anche ora, in tempi totalmente cambiati, salvi dagli spettri di quel passato.
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