BUONE NOTIZIE COVID: “ARTURO” È DEBOLE!

Diciamoci la verità: per lunghissima parte dei tre anni e rotti di pandemia da Covid-19, ne abbiamo sentite e viste di cotte e di crude nei Tg e nei format televisivi di approfondimento. Ed altrettante “bufale” abbiamo letto sui più diffusi giornali italiani.
Alla fine, dopo tanti, troppi detti e contraddetti, notizie date per certe e poi smentite, abbiamo dovuto prendere atto che spesso e volentieri non pochi virologi e categorie annesse ci stavano vendendo la Fontana di Trevi, ovvero avevano “possesso” di conoscenze scientifiche sul Virus “scappato” dai laboratori di Wuhan esattamente quanto noi comunissimi mortali sappiamo dell’Universo.
Tuttavia, confesso che tra i tanti scienziati ospiti in Tv ho sempre provato ammirazione e fiducia per Montanari e Palù: equilibrati, seri, mai una parola che li facesse apparire discendenti diretti del Padreterno.
Il lungo preambolo per dire dell’ottima notizia, decisamente degna di credibilità, che ci ha dato ieri Giorgio Palù attraverso l’intervista resa al Corriere della Sera: “Il Covid oggi non è più un rischio per il mondo. Dovrebbe essere dichiarata la fine della pandemia: l’Oms sta per farlo, è in ritardo solo per prudenza”.
Nelle risposte date alla bravissima giornalista Margherita De Bac, il professore di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova ha spiegato, tra l’altro, che “Oggi questo virus è diventato assai poco virulento se non proprio innocuo. È mutato diverse volte fino a diventare, con la variante ora circolante, causa di raffreddore e congiuntivite nei bambini. Ha un’incubazione molto breve, due giorni rispetto ai sette-otto dell’inizio, quindi contagia di più perché ha una fase infettiva più veloce. Si ferma alle prime vie nasali, non scende in bronchi e polmoni”.
“Quindi non ha più senso vaccinarsi?”, opportunamente chiede l’intervistatrice. La risposta: “Un richiamo in questa fase ha senso solo per le persone ricoverate nelle residenze per anziani, gli over 80, i soggetti più esposti per professione e i pazienti con sistema immunitario indebolito… Per gli altri stiamo programmando una campagna di vaccinazione anti-influenzale e anti-Covid con un vaccino costruito sulla varante più diffusa”.
Una curiosità, chiaramente riferita dal professor Palù nel corso dell’intervista: la variante oggi più diffusa appartiene a uno sciame di sotto-varianti derivate tutte da Omicron e, in modo non scientifico, è stata ribattezzata Arturo. A Napoli, giusto per umanizzare, direbbero che Arturo è “nu bravo scugnizzo”. Anche perché, ancora parole di Palù, “è un mutante debole, innocuo, contagia ma non è mortale: il rischio, come per altri virus respiratori, è per i più gracili”.
Insomma, e in conclusione, dopo tre anni abbondanti di incubi, adesso è proprio il caso di dire: Benvenuto, Arturo!

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