LUCIANO VIOLANTE E IL 25 APRILE DI IERI, DI OGGI E DI DOMANI

Luciano Violante, 81 anni, nato in Etiopia in un campo di concentramento dove la famiglia era stata internata, ex magistrato, Presidente della Camera dei deputati dal 10 maggio 1996 al 29 maggio 2001, una carriera politica (dopo essersi dimesso dalla magistratura) iniziata con la militanza nel Pci e continuata nel Pds, Ds, Uivo e Pd, venendo eletto deputato otto volte.
Sul Corriere della Sera di ieri, in vista del 25 Aprile, una lunga intervista raccolta da Roberto Gressi.
Ho scelto per voi tre domande e tre risposte che restituiscono il pensiero di Violante (anche) sulle aspre polemiche di questi giorni tra sinistra e destra su un evento – il 78esimo anniversario della Liberazione – che dovrebbe finalmente essere celebrato come la Festa di tutti gli italiani.
Prima domanda: “Lei riconobbe ad Almirante un percorso, nel Dopoguerra, che avvicinò la destra alla democrazia. E sostiene oggi che sarebbe un errore bollare Giorgia Meloni come postfascista, e che è invece capo di un partito conservatore”.
La risposta: “Nel Dopoguerra tutti i leader politici, compreso Almirante, si impegnarono positivamente per costruire un nuovo rapporto tra Stato e masse popolari che non avevano mai conosciuto la democrazia. Giorgia Meloni è estranea al fascismo; sta per costruire un partito conservatore italiano. Non sarà mai il mio partito, ma spero che ci riesca. Supererà le nostalgie retrograde esistenti a destra; e a sinistra, spero, ci si dovrà decidere a costruire un grande partito riformatore”.
La seconda e la terza domanda: 2) “Che cosa dovrebbe fare la destra per uscire dalle ambiguità che ancora si ripresentano? Giorgia Meloni dovrebbe dire una parola in più per rompere con il passato?” 3) “Quanto pesa, in Europa e nel mondo, l’incapacità dell’Italia di chiudere definitivamente la pagina del fascismo?”.
Le risposte: 2) “Destra e sinistra non sono più le grandi categorie novecentesche, unificanti del pensiero e dell’agire politico. Sono arcipelaghi. Esistono più destre e più sinistre. Giorgia Meloni deve tenere unito il proprio elettorato, allontanare gli estremisti e costruire un futuro privo di nostalgie, di razzismi, di ignoranze. È un compito difficile, ma esistono le condizioni soggettive e oggettive perché il progetto riesca”. 3) “Credo che quella pagina sia chiusa definitivamente. Sono i comportamenti inadeguati di poche persone, con responsabilità istituzionali, che danneggiano la credibilità dell’Italia e vengono utilizzate dai nostri competitori sulla scena internazionale. Dovrebbero rendersene conto”.
Cosa dire? Pensiero lucido, parole sagge, e tanta onestà intellettuale e politica nelle risposte di Luciano Violante. Ne prenderanno mai coscienza e consapevolezza, a destra i rauchi invasati istituzionali e, a sinistra, i nostalgici del comunismo retrogradi almeno quanto i nostalgici del fascismo? C’è poco da sperarne per il 25 Aprile odierno. Ma potremmo dichiararci già oggi felici e contenti se le due succitate categorie dello spirito si impegnassero a scomparire politicamente entro (ma non oltre) il 25 Aprile 2024.
Viva la Liberazione!

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