Alta Irpinia riserva eolica nazionale con 700 torri del vento. Verderosa: la Regione è miope
La transizione ecologica nazionale sulle spalle dell’irpinia e autorizzata dalla Regione Campania. Gli aerogeneratori censiti nel comprensorio plasmano un distretto del vento che non risponde al fabbisogno energetico ma solo all'avidità delle multinazionali. L'energie eolica prodotta in Italia rende appena il 6,27% del fabbisogno nazionale. Cui prodest?
La transizione ecologica nazionale sulle spalle dell’Irpinia e autorizzata dalla Regione Campania. L’energia eolica rende appena il 6,27 % del fabbisogno energetico nazionale, e qui ai 550 aerogeneratori già installati, se ne aggiungeranno oltre 250 che sono in via di autorizzazione. L’alta Irpinia è la prima area per produzione di energia per fonti rinnovabili con mille e 341 gigawatt ora annue.
Il comprensorio è stato interamente sacrificato non alla fame energetica nazionale, ma all’avidità delle multinazionali del vento. I comuni di Aquilonia, Andretta, Bisaccia, Casalbore, Greci, frigento, lacedonia, Montaguto, Monteverde, Savignano, Scampitella, Vallata e Valesaccarda dovrebbero essere già dichiarati saturi. Tutte le pale installate negli ultimi 20 anni in Italia coprono a mala pena il solo incremento di bisogno energetico che c’è da un anno all’altro.
Come si evince dai grafici divulgati dalle stesse imprese, il triangolo tra campania, Puglia e Basilicata è l’area più invasa d’Europa. E’ coinvolto l’intero crinale appenninico e rurale dell’entroterra campano, che il Governo De Luca ha deciso di ignorare dal punto di vista paesaggistico.
La denuncia dell’architetto Verderosa, che avanza la proposta di sispnesione dell’eolico in favore dell’installzazione di pannelli fotovoltaici sui capannoni delle industrie e delle aziende agricole per l’autosostentamento.
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