SE ANCHE RENZI DIVENTA… GRAMSCIANO
Lavori in corso nel cantiere politico-editoriale del nostro Belpaese.
Il 3 maggio Matteo Renzi inaugurerà una nuova stagione professionale, naturalmente in parallelo con quella di Conferenziere e in aggiunta all’attività di Senatore della Repubblica: dirigerà il “Riformista”, attualmente ancora diretto da Piero Sansonetti. E fin qui niente di strano.
A metà maggio, per l’esattezza il 16, si registrerà un nuovo evento del genere politico-editoriale, in qualche senso connesso al primo testé raccontato. Tornerà in edicola, dopo un bel po’ di anni, l’Unità, glorioso quotidiano dell’ex Partito Comunista Italiano fondato da Antonio Gramsci.
A dirigerlo sarà il succitato Sansonetti, il quale all’Unità ci aveva già lavorato, da cronista all’inizio, successivamente da notista politico, caporedattore, quindi da condirettore. Sansonetti ha lunga esperienza professionale, ha diretto altre testate, tra cui Liberazione (il giornale di Rifondazione Comunista), tutte impegnate a sinistra. Da diversi anni è anche opinionista politico in trasmissioni di punta delle reti Mediaset. Ed ancora fin qui niente di strano.
Le stranezze cominciano quando si riflette sul fatto che il Riformista e l’Unità hanno lo stesso editore, ossia l’imprenditore Alfredo Romeo.
Una stranezza per tutte. Matteo Renzi va a dirigere Il Riformista fin qui diretto da Sansonetti, uno rigorosamente “tutto a sinistra”, e il cui editore Romeo, che non pare affatto uno di sinistra, ha rilevato la testata di sinistra per antonomasia, ossia L’Unità, che sarà diretta dal medesimo Sansonetti succitato, che mai ha smesso di dichiarare la sua collocazione politica e che, ancora ieri, intervistato dal Corriere della Sera ha detto: “Vogliamo ridare identità e orgoglio alla sinistra. Abbiamo scelto uno slogan molto forte: Torna l’Unità, torna Gramsci”.
Cioè, aiutatemi a capire, prima che mi rivolga al mio amico psichiatra Camillo Caruso per chiedergli se per caso sono diventato pazzo a mia insaputa. Aiutatemi a capire: Romeo edita una testata che “fa tornare Gramsci” ed un’altra testata che da Gramsci, con la storia e le idee di Renzi, è lontana anni luce? Vogliamo liquidare questa storiella nobilitandola con l’alibi del pluralismo dell’informazione garantito da un improbabilissimo editore puro? Oppure le cose stanno in modo banalmente diverso, e cioè che Renzi, folgorato non saprei dire su quale strada, è diventato gramsciano purosangue al punto da far apparire la Schlein e compagne e compagni irrilevanti comunistelli di periferia?
In attesa di essere aiutato da qualcuno, vi propongo la risposta data da Sansonetti, nell’intervista al Corsera di ieri, alla domanda se il Pd sarà il primo interlocutore de l’Unità: “Tutta la redazione, a partire dal sottoscritto – ha detto – fa il tifo per il Pd. Vogliamo che si riprenda e in questo senso ci giochiamo una scommessa”.
Cosa dire? Della lezione di Gramsci a me non manca l’ottimismo della volontà, ma nemmeno il pessimismo della ragione. Andrò al più presto dal mio amico psichiatra.
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