IGNAZIO LA RUSSA E IL BALILLA A SCOPPIO RITARDATO

Da non credere. Ignazio La Russa – attuale presidente del Senato, siciliano di nascita e milanese di residenza, avvocato penalista brillante, livello culturale alto, parlamentare da 31 anni, persona decisamente perbene e dotata di forte empatia – proprio lui, Ignazio la Russa, roba da non credere, doveva scivolare così rovinosamente sulla verità storica della strage di via Rasella che provocò per rappresaglia l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Giusto per riassumere in rapidissima sintesi, il presidente del Senato, ovvero la seconda carica dello Stato, ha detto che l’attentato dei partigiani fu “una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza” (e fin qui siamo nell’ambito dell’opinabile), ed ha aggiunto (ma qui non si può opinare un bel niente) che i tedeschi uccisi a Roma nel marzo 1944 erano “una banda musicale di semipensionati e non nazisti delle SS”.

Roba da non credere, vale la pena ripeterlo, e assolutamente imbarazzante.

Invero, l’idea che mi son fatto è che il presidente del Senato sia riuscito in una impresa doppiamente titanica.

Da una parte, ha smentito quel mostro sacro che fu la buonanima di Giulio Andreotti (“Il potere logora chi non ce l’ha”), dimostrando che essere assurto alla seconda carica dello Stato lo ha logorato molto prima di quanto si potesse immaginare.

Dall’altra, ha fatto il miracolo di due enormi “frittate” con il torlo d’un solo uovo: un piacere graditissimo al centrosinistra, che può campare d’antifascismo almeno per i prossimi sei mesi; e un dispiacere devastante all’amica Premier Meloni, che d’ora in poi al suo tormentone di bandiera – “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana…” – sarà costretta ad aggiungere: “...  E vi giuro su Giorgia, sulla donna, sulla madre e sulla cristiana che non sono fascista”.

Ma insomma, Signor Presidente del Senato, con i tanti, troppi problemi drammatici che il Paese deve affrontare, e alla Sua età non proprio infantile, Lei non ha niente di meglio da fare che vestirsi da “Balilla” a scoppio ritardato?

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