Avellino: omicidio – suicidio a fosso santa Lucia la Procura chiede l’archiviazione
La tragedia si consumò a novembre del 2018
L’avvocato Rosaria Vietri, difensore della signora Ylenia Fabrizio – vittima di una brutale aggressione da parte del Sig. Gimmelli Giacomo Giammarco che il 15 novembre 2018 uccise brutalmente Carlo Zaccaria, fidanzato di Ylenia Fabrizio, poi colpì alla gola la predetta, che solo grazie al suo istinto di sopravvivenza, fingendosi morta, è riuscita a salvarsi – comunica che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, nella persona dei Pubblici Ministeri, Dott.ssa P. Galdo e del Dott.Vincenzo Toscano, hanno presentato richiesta di archiviazione.
La richiesta di archiviazione arriva dopo una indagine capillare, attenta, e scrupolosa, dove non è stato trascurato nulla e tutti gli elementi, che anche la mia assistita, dopo i fatti è riuscita a fornire, sono stati vagliati, approfonditi e verificati, ma ciò nonostante resta unico autore del fatto Gimmelli. L’archiviazione è così motivata: “ è quindi di palmare evidenza che l’esito degli accertamenti medico legali ed investigativi rassegnano un’univoca possibile ricostruzione dei fatti che vede il Gimmelli agire, nella mattina del 15 novembre 2018, con due diverse violente aggressioni – da egli portate nei confronti delle due diverse vittime ovvero con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso in tempi diversi – l’una mortale allo Carlo Zaccaria e l’altra con lesioni gravi a Ylenia Fabrizio (…) non essendo emerso elementi che fanno ritenere che nella morte del Carlo Zaccaria e nel ferimento di Ylenia Fabrizio siano altre persone coinvolte, va avanzata richiesta di archiviazione per estinzione del reato per morte del reo”.
“La famiglia di Ylenia Fabrizio – tramite il legale Rosaria Vietri – ringrazia la Magistratura per il capillare e attento lavoro svolto e chiede massimo riserbo affinchè questo evento così traumatico possa ora essere superato ma soprattutto far si che guariscano le ferite dell’anima perché a dispetto delle ferite fisiche guarite, quelle dell’anima ancora sanguinano e fanno male”.
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