L’Alta Irpinia entra nel processo di efficientamento energetico della Basilicata con acqua e vento

La costruzione delle centrale idroelettrica avverrà con l'incanalamento del torrente Ficocchia, affluente dell'Ofanto. L'opera interesserà i comuni di Calitri, Cairano e Bisaccia, dove l'energia dovrà convogliare per raggiungere la sottostazione ed entrare nel circuito nazionale di Terna

I comuni altirpini entrano di fatto nel processo di autosostentamento energetico della Basilicata, che già oggi offre la riduzione del 50% del costo del gas ai residenti grazie agli impianti di estrazione petrolifera di Viggiano, e punta sull’eolico per abbattere i costi dell’energia elettrica.

A unire i comuni cerniera di Campania e Basilicata questa volta non è solo il vento, ma sono gli affluenti dell’Ofanto, ancora esclusi dal radar dell’Acquedotto Pugliese. La centrale idroelettrica che Edison si prepara a realizzare a Pescopagano prevede l’incanalamento delle acque del torrente Ficocchia, affluente di destra dell’Ofanto.

La produzione dell’energia attraverserà Calitri e Cairano per arrivare alla sottostazione di Bisaccia ed entrare nella rete Terna. Mentre per il vento lo sfruttamento del suolo è ad esclusivo vantaggio delle multinazionali che installano torri escludendo la possibilità di concertare con il territorio una ricaduta occupazionale e benefici economici reali, nel caso delle centrali idroelettriche l’incontro tra società e amministratori locali è propedeutico alla realizzazione delle opere.

Da corridoio green riserva delle biodiversità, l’Alta Irpinia si prepara a cambiare pelle e a guidare la transizione energetica nazionale. Il dramma sta nel fatto che il processo è calato dall’alto e non ha una governance locale.

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