Elettrificazione Avellino-Benevento, sigilli al cantiere di Tufo di Rfi

Blitz dei carabinieri forestali. Secondo l'accusa i lavori avrebbero modificato il corso naturale del fiume Sabato, determinando la riduzione della portata d'acqua e il rischio inondazione

I lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Avellino-Benevento finiscono nel mirino della magistratura. L’accusa è pesante: l’intervento in atto nella zona di Tufo – consolidamento della pila e della volta del ponte ferroviario – avrebbe determinato la modifica del normale deflusso del Sabato, quindi la riduzione della portata d’acqua e la riduzione del corso del fiume potrebbe , in particolari condizioni di piena o eventi climatici avversi, determinare inondazione con pericolo per la pubblica e privata incolumità. Con queste accuse basate su accertamenti condotti dai carabinieri forestali e su consulenze tecniche, la procura della Repubblica di Avellino ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale del capoluogo il sequestro di tutta l’area del cantiere e dell’alveo del fiume. I lavori commissionati da Rete ferroviaria italiana sarebbero stati eseguiti, è emersa dalle indagini, senza un verbale di somma urgenza e senza le autorizzazioni previste dalle leggi in materia, come quella paesaggistica, nulla osta idraulico. Mancherebbero anche il permesso dell’Autorità di bacino e la preventiva valutazione del rischio idraulico ed idrogeologico. Allo stato attuale sono 4 le persone iscritte nel registro degli indagati, si tratta di rappresentanti sia delle ditte esecutrici che dei delegati di Rfi.

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