Sanremo, Salvini e Zelensky

Raccontano che il capo della Lega, Matteo Salvini, abbia dapprima tirato un sospiro di sollievo, quando è stata diffusa la notizia che Zelensky non sarebbe apparso al Festival di Sanremo con un video registrato; ma che si sia subito di nuovo rabbuiato alla lettura della seconda parte della notizia, laddove viene annunciato che il Presidente dell’Ucraina si limiterà a inviare una lettera e che a leggerla ci penserà il Numero Uno del Grande Evento Sanremese, cioè Amadeus.
Soltanto un chiacchiericcio quello di Salvini prima risollevato e poi di nuovo incazzato? Può darsi.
Fatto sta, però, che il capo della Lega, ospite alla trasmissione “The Breakfast Club” su Radio Capital, non ha saputo resistere alla tentazione di dichiarare quanto segue: “Ho sempre pensato che in un contesto che è di musica popolare, di svago, di gioia, di paillettes e di luci, portare Zelensky e la tragedia immane del suo popolo sia fuori luogo – indifferentemente – in presenza, in video o con un messaggio. Se avrò qualche minuto guarderò Sanremo ma non per i videomessaggi o i messaggi scritti, ma per ascoltare qualche canzone. Anche nell’interesse di Zelensky stesso: non so se può essere utile per lui apparire tra uno stacchetto e i Cugini di Campagna”.
Ora veniamo al dunque. Appare sempre più chiaro che Salvini fa finta di non capire che il video di Zelensky nel corso di una kermesse come Sanremo, seguita da decine di milioni di persone, era stata pensata proprio per far giungere il messaggio della tragedia ucraina e della brutalità di Putin alla maggiore platea possibile di cittadini europei. Altro che stacchetti e Cugini di Campagna, secondo la banale ironia del capo della Lega, dunque.
Salvini ha fatto finta di non capire, ma ha capito benissimo quale sia la posta gioco. L’ha capito tanto bene che, eliminata l’ipotesi del video, che avrebbe avuto un impatto decisamente molto più forte, non gli sta bene nemmeno il messaggio scritto di Zelensky. Insomma, per lui l’ideale sarebbe che il Presidente dell’Ucraina se ne stesse buono e zitto, poco importa se lo Zar continua imperterrito ad ammazzare anche donne e bambini, a distruggere con bombe, missili e magari con le armi nucleari tutto ciò che incontra e fino a quando – per dirla con Attila – in Ucraina non cresca più nemmeno un filo d’erba.
Diciamolo: Putin sa bene a chi sta simpatico e a chi no, chi gli è amico e chi no, chi gli è devoto e chi no e perché. Salvini poteva evitarsela quest’ennesima sparata anti-Zelensky: Putin lo sa già che Salvini berrebbe volentieri una Vodka assieme a lui, senza rinunciare, naturalmente, al rituale bacio sulla bocca.

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