Danni all’auto del d.s. De Vito, indaga la polizia. L’Avellino: “Atto vile”

L'auto del direttore sportivo biancoverde vandalizzata da ignoti al triplice fischio della gara persa a Messina

Un atto vile, da condannare con severità. Un gesto deliquenziale che nulla ha a che vedere col calcio, con lo sport, con una partita di pallone. Premessa d’obbligo. Prima ancora dei fatti. La cronaca è di quelle che fanno rabbrivdire, e segue il triplice fischio dello stadio Scoglio di Messina, dove l’Avellino di Massimo Rastelli raccoglie l’ennesima sconfitta stagionale. Una sconfitta, quello a cui il racconto dovrebbe fermarsi. Ed invece, no. Perchè a quel triplice fischio va di scena la più meschina delle azioni. La macchina del direttore sportivo Enzo De Vito, parcheggiata in città, viene ritrovata dalla moglie del diesse danneggiata. Evidenti graffi  da oggetto contundente, e ancora calci e ammaccature. Immediata la richiesta di intervento delle forze dell’ordine per raccogliere la denuncia ed avviare le indagini del caso. L’auto,  parcheggiata nei pressi del centro commerciale Tuka, in pieno centro, lì dove insisitono le telecamere di videosorveglianza che nell’immedtato saranno al vaglio degli investigatori. Paura, rabbia e sconforto nelle parole del diesse che sarà anche in Procura per una denuncia dei fatti, e nella testimonianza dei suoi familiari. Un messaggio via social per stigmatizzare l’accaduto, condannarlo con fermezza, circoscriverlo nell’ambito di ciò che è. Nulla a che vedere con  la civiltà o il tifo. Semplicemtne un atto delinquenziale, dei più vili. Lo stesso aggettivo che sceglie anche l’Us Avellino nella sua immediata nota di solidarietà al direttore sportivo De Vito. Un  episodio che racchiude violenza ed intimidazione – spiega la nota del club di D’Agostino – che parla di clima di esasperazione  oltre i confini della civiltà. Un gesto che però – va per inciso – resta lontano dai confini del campo, dove amarezza e delusione diventano emozioni legittime e gestite con rispetto e rigore. Alle azioni di delinquenti senza coscienza, del resto, a Messina i tifosi hanno risposto solamente voltando le spalle e andando via. In silenzio.

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