Animali maltrattati e denutriti, chiusi i canili lager a cui si affidava anche il comune di Avellino
La procura di Nola ha disposto il sequestro dire canili gestiti dalla Sfinge srl, la società a cui si è affidata il comune di Avellino per la cura e gestione dei suoi randagi
Canili lager, sequestrati la settimana scorsa le strutture di custodia e degenza dei cani randagi a cui si affidava anche il comune di Avellino. SI tratta di tre canili con sede a Marigliano e Brusciano, nel napoletano, strutture gestite da ‘La Sfinge srl”. Al loro interno le forze dell’ordine hanno trovato trecentonovanta cani, molti di loro denutriti e in stato di abbandono, tre dei quali trasportati con urgenza nelle strutture dell’Asl per essere sottoposti a cure specifiche, cinque le carcasse trovate senza qualsiasi tipo di certificazione. L’inchiesta, della procura di Nola, è nata a seguito della denuncia dei volontari. Maltrattamenti su animali, questa l’accusa nei confronti dei titolari dei canili in questione, che ospitavano i quattro zampe di diversi comuni del casertano, napoletano e dell’avellinese.
Dei cani trovati, 44 sono arrivati dal comune di Avellino, che aveva affidato, nel 2020, l’appalto di custodia e assistenza proprio alla Sfinge srl, nonostante le associazioni animaliste avessero più volte segnalato e denunciato agli uffici di palazzo di città e all’amministrazione Festa le terribili condizioni a cui erano sottoposti gli animali nei canili gestiti dall’azienda in questione, sottoposta già in passato ad altri controlli e verifiche da parte delle forze dell’ordine; ma il comune è andato dritto per la sua strada, nonostante gli annunci del sindaco Festa, in campagna elettorale e via social, di volersi impegnare per gli amici quattrozampe: nonostante le promesse, di nuovi canili nel capoluogo nemmeno l’ombra.
“Negli anni precedenti avevamo avvertito il comune degli abusi patiti dagli animali in quei canili, siamo stati costretti a rassegnarci – ci dice a telefono una volontaria – Nel 2020 i cani del comune di Avellino, trasferiti dal canile di Ceppaloni a Brusciano in seguito all’appalto assegnato alla Sfinge, erano 90, ora ne sono rimasti 44: chiediamo quantomeno che il comune si occupi di capire cosa sia successo agli altri cani e che verifichi cosa accadrà a quelli rimasti; ci auguriamo poi che si costituisca parte civile nell’eventuale processo a carico dei titolari della Sfinge srl” il suo appello.
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