Clan Sangermano, il Riesame scarcera Angelo Grasso

Secondo l'accusa sarebbe stato Grasso a imporre l'acquisto delle "mozzarelle della camorra" al Pagliarone. Confermata la detenzione in carcere invece per Luigi Vitale

Clan Sangermano, il tribunale del Riesame di Napoli ha accolto il ricorso, contro l’applicazione delle misure cautelari, di Angelo Grasso e respinto invece quello di Luigi Vitale. Entrambi sono difesi dall’avvocato Gaetano Aufiero.

Angelo Grasso, 43 anni, torna dunque in libertà. Figlio di Umberto Grasso, sodale di Biagio Cava, gravato da precedenti per usura, ritenuto in passato un affiliato del Clan Cava, Angelo Grasso era considerato dalla procura di Napoli e dalla Dia un membro del Clan Sangermano (tra l’altro Grasso è cugino del boss Agostino Sangermano), finito dunque tra le 25 persone arrestate nell’operazione contro il sodalizio criminale di San Paolo Bel Sito di qualche settimana fa.

Grasso era accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e di tentata estorsione, per la vicenda delle “mozzarelle della camorra” imposte al ristorante “Pagliarone” di Monteforte Irpino. Ma i giudici del Riesame hanno deciso di rimetterlo in libertà, non trovando validi i presupposti dell’applicazione della misura cautelare di detenzione in carcere decisa dal gip Finamore. Le motivazioni della decisione si conosceranno tra 60 giorni.

Sorte diversa per Luigi Vitale, detto O’Stacc, di Pago Vallo Lauro, a cui è stata confermata la detenzione in carcere.

Lunedì il Riesame si pronuncerà invece sul ricorso di Roberto Santulli, originario di Monteforte, a cui viene contestato lo stesso episodio della mozzarella di Angelo Grasso.

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