Nemmeno un contratto a termine su 100 supera l’anno. Ecco il Sud dei disoccupati e dei lavoratori poveri
Nel secondo trimestre di quest’anno l’aumento del tasso di occupazione e il calo di quello di disoccupazione sono più accentuati nel Mezzogiorno che nel resto del Paese. Il punto è che al Sud, nonostante questa tendenza, resta concentrato quasi il 50 per cento del totale dei disoccupati con un tasso di occupazione che rimane al 47,1 per cento, ovvero 20 punto sotto a quello nazionale
Nel secondo trimestre di quest’anno l’aumento del tasso di occupazione e il calo di quello di disoccupazione sono più accentuati nel Mezzogiorno che nel resto del Paese. Il punto è che al Sud, nonostante questa tendenza, resta concentrato quasi il 50 per cento del totale dei disoccupati con un tasso di occupazione che rimane al 47,1 per cento, ovvero 20 punto sotto a quello nazionale.
Il vero elemento di novità che emerge dai dati trimestrali diffusi dal Ministero del lavoro è che se i nuovi posti di lavoro a tempo determinato rimangono in netta maggioranza è la durata di questi contratti che impone una riflessione: neanche un contratto a termine su cento supera l’anno, il 37 per cento non supera i trenta giorni, il 13,3 non supera le 24 ore, il 36 per cento dura da due mesi a sei mesi e solo lo 0,5 scavalla l’anno.
In termini complessivi, dunque, incentivi quali l’evasione contributiva per chi assume giovani under 35 al Sud e la fiscalità di vantaggio per le sole imprese meridionali hanno funzionato in termini quantitativi ma hanno prodotto una crescita dell’occupazione per lo più precaria e di bassa qualità. Aumentando sensibilmente la platea dei lavoratori poveri, in un contesto comunque segnato da una disoccupazione giovanile senza pari in Europa.
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