Piscina Comunale di via De Gasperi, il Gruppo Cesaro ha chiesto al Comune di Avellino circa 5milioni di risarcimento. Ecco spiegato l’immobilismo di Palazzo di città
Dopo la manifestazione di interesse indetta dell'ex commissario Priolo e andata deserta, il Comune, in buona sostanza, è rimasto immobile
Il gruppo Cesaro, vecchio gestore della piscina comunale di via De Gasperi, ha chiesto un risarcimento di circa 5 milioni di euro al Comune di Avellino, che sarebbero corrispondenti alle indennità per il valore dell’immobile di cui l’ente rientrò in possesso ad ottobre 2020. Come si ricorderà, in quell’occasione il sindaco promise la riapertura della struttura in pochi mesi. Ecco spiegata la ragione per la quale l’amministrazione Festa, finora, ha mancato tutti gli impegni di rilancio della struttura, nonostante l’impegno assunto in Assise comunale, votato all’unanimità con l’opposizione, il lontano 19 febbraio scorso, con il quale avrebbe dovuto riprendere possesso in via definitiva dei suoli e pubblicare un bando in project financing per il nuovo corso.
Dopo la manifestazione di interesse indetta dell’ex commissario Priolo e andata deserta, il Comune, in buona sostanza, è rimasto immobile. Non il gruppo Cesaro, che non aveva mai rimborsato al Credito sportivo i 2,5 milioni di debiti del mutuo contratto a suo tempo con garanzia di Palazzo di città, scaricando quella debitoria sui cittadini, e che oggi chiede il risarcimento per circa cinque milioni a Palazzo di città. Una cifra semplicemente insostenibile per l’amministrazione, in ragione dello stato di pre dissesto.
Giova ricordare che il Comune di Avellino sottrasse la gestione della piscina al gruppo Cesaro perché interessato da interdittiva antimafia da parete della Prefettura di Napoli nel 2018. Il punto è quell’interdittiva è decaduta nel 2021, ed il gruppo Cesaro ha già manifestato l’intenzione di ricorrere contro qualsiasi nuovo bando per un’altra gestione.
Intanto, la struttura di via De Gasperi continua a soffocare nell’abbandono.
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