Processo al “Nuovo Clan Partenio”, due in manette per intralcio alla giustizia con metodo mafioso

I due avellinesi avvicinarono Alfonso Gnerre minacciandolo e imponendogli di non presentarsi in udienza qualora citato o comunque di testimoniare il falso a favore degli imputati. Il 30enne di Santa Paolina, vittima di usura, nell'agosto dello scorso anno fece perdere le proprie tracce. Di recente si è rifatto vivo ed ha raccontato tutto alla Procura distrettuale antimafia di Napoli

I carabinieri del i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Napoli, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di due avellinesi indagati per “intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso”.

La vicenda è quella di Alfonso Gnerre. Il 30enne era scomparso da Santa Paolina nell’agosto dello scorso anno. Per giorni le forze dell’ordine lo avevano cercato. Senza successo. Gnerre si era allontanato volontariamente per sottrarsi ad un giro di usura. Nelle ultime settimane è riapparso. Ed ha raccontato tutto alla Procura distrettuale antimafia di Napoli.

I carabinieri hanno acquisito gravi indizi di colpevolezza a carico dei due soggetti ritenuti vicini all’organizzazione malavitosa denominata “Nuovo Clan Partenio” che in due distinte occasioni e in piena fase di istruttoria dibattimentale in cui si trova tuttora il processo contro l’ associazione criminale, avevano avvicinato Gnerre minacciandolo e imponendogli di non presentarsi in udienza qualora citato o comunque di testimoniare il falso a favore degli imputati.

Le indagini hanno permesso l’identificazione dei due indagati ed al testimone di partecipare regolarmente al processo contro il clan.

Al termine delle operazioni eseguite quest’oggi, uno dei due arrestati è stato tradotto in carcere, mentre l’altro è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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