Falsi incidenti: il “sistema” tra disperati, cartomanti, avvocati e medici compiacenti

L’inchiesta della Procura sui falsi sinistri stradali scoperti dai Carabinieri di Avellino e che ha portato ad undici misure cautelari tra arresti ed altro. 400 pagine di ordinanza, 1900 di informativa per indagini certosine che hanno scoperchiato un vero e proprio sistema. Spregiudicati e senza scrupoli gli organizzatori, disperati gli "attori", avidi avvocati e medici: questo il quadro tratteggiato dagli inquirenti. Sabato gli interrogatori per i quattro detenuti in carcere

Denti anteriori spaccati, carta vetrata sugli arti per provocare abrasioni. Coinvolti minorenni, donne incinte, persone disabili. Gente minacciata, indebitata con i gruppi criminali in questione, che vantavano anche crediti di droga oppure prestiti usurai. Assoldati, soprattutto, cittadini che avevano perso il posto di lavoro, disposti a prestarsi in cambio di poche decine di euro, a fronte delle migliaia che venivano incassati per un falso incidente, con il grosso del malloppo spartito tra chi organizzava le truffe, gli avvocati e i medici compiacenti di studi privati che rilasciavano falsi certificati.

Le 400 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Fabrizio Ciccone, a cui si aggiungono 1900 pagine di informativa di procura e carabinieri, tratteggiano un vero e proprio sistema criminale dai metodi brutali e senza scrupoli. Non semplici truffatori, secondo la procura di Avellino, ma delinquenti riusciti a mettere assieme una vera e propria associazione a delinquere, coinvolgendo professionisti, avvocati, medici e carrozzieri.

A partire dai camici bianchi dei pronto soccorso del Moscati e del Landolfi o dell’ospedale di Mercato San Severino, i primi a emettere i certificati medici durante la prima visita, quando gli attori dei falsi incidenti si presentavano a seguito del sinistro. In alcuni casi i protagonisti si provocavano ferite per ingannare i medici per indurli in errore, ma a volte si recavano lì senza traumi evidenti, anche perché l’incidente dichiarato non avveniva proprio, e allora bisogna valutare se il personale sanitario fosse in qualche modo compiacente oppure superficiale oppure semplicemente tratto in inganno.

Ben diverso, sempre secondo i magistrati, invece il ruolo e il comportamento di medici di studi privati, oppure di cliniche convenzionate, in particolare “Villa Maria” di Mirabella Eclano, dove gli “attori” dei falsi incidenti, accompagnati dagli avvocati, ottenevano certificati di aggravio della loro malattia, a 50, 60 giorni, a volte senza nemmeno presentarsi a visita. Diciassette in tutto i medici indagati, ma le posizioni dei camici bianchi coinvolti è ancora oggetto d’indagine.

I capi dei tre gruppi criminali sono considerati Kevin De Vito e Danilo Porcile, i fratelli Patrizio e Mario Emanuele Tedesco, tutti e quattro detenuti in carcere, che sabato verranno sottoposti a interrogatorio di garanzia , Giuseppe Testa e l’avvocato Walter Trerotola, ai domicliari così come l’avvocato Fabio Guerriero, che tenevano i vari agganci tra compagnie assicurative e studi medici.

Particolare il ruolo di Ramona Fierro e Gennaro Cirino, anche loro sottoposti a misure cautelari, che avevano il compito di reclutare gli attori dei falsi sinistri. Qualche centinaia di euro, a volte solo 50, la misera paga; alcuni erano invece costretti con la forza o dietro minacce a partecipare.

Coinvolti anche fidanzate e compagne dei presunti capi, affidandosi a volte perfino alle previsioni di una cartomante per sapere come sarebbero andate a finire le indagini a cui erano sottoposti e decidere i prossimi passi da fare.

Sabato i primi interrogatori di garanzia per i principali indagati, difesi dagli avvocati Gerardo Santamaria, Alfonso Laudonia, Gaetano Aufiero, Carmine Danna, Quirino Iorio, Nello Pizza, Mario Capone, Alberico Villani.

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