Scandalo nel capoluogo, colossale truffa alle assicurazioni: 267 indagati per falsi incidenti stradali
Colossale truffa alle assicurazioni per un falso giro d’ infortunistica stradale organizzato nel capoluogo e messo a nudo dalla Procura della Repubblica, che ha chiesto e ottenuto undici misure cautelari tra arresti ed altro. Iscritti nel registro degli indagati ben 267 persone. Nei guai anche 17 medici, 3 avvocati e due consulenti di settore. 74 i falsi sinistri appurati, oltre 600mila euro il bottino ai danni delle compagnie assicurative
Avevano creato un’associazione a delinquere, inscenando falsi incidenti stradali per truffare le assicurazioni. Un sistema in cui erano coinvolte, secondo gli inquirenti, addirittura 267 persone, a tale cifra ammonta il numero degli indagati, ognuno di questi con un preciso compito. Undici di loro sono stati raggiunti da misure cautelari, durante un blitz dei carabinieri iniziato all’alba di questa mattina.
Tra gli indagati numerosi professionisti, tra cui avvocati e 17 medici, che producevano certificati falsi per attestare le lesioni. Ben 74 i falsi incidenti stradali messi assieme dall’organizzazione criminale e scoperti dalle indagini di procura e carabinieri, che avrebbero fruttato ai protagonisti delle truffe un giro da 600mila euro, ai danni delle compagnie assicurative, che avevano già liquidato 270mila euro.
L’indagine è partita nel 2019, nata come costola dell’inchiesta sul Nuovo Clan Partenio; alcuni membri del sodalizio criminale dei fratelli Galdieri erano finiti tra gli indagati, presunti protagonisti di alcuni falsi incidenti stradali. Ma dallo sviluppo dell’inchiesta è emerso che fossero altre le persone a tirare le fila della colossale truffa messa in piedi nel capoluogo irpino.
I carabinieri hanno individuato tre distinti gruppi criminali: uno composto dal 23enne Kevin De Vito, già in carcere per estorsione e sequestro di persona per aver minacciato e picchiato una coppia avellinese per debiti di droga e minacce al magistrato Paolo Cassano, e Danilo Porcile, che ha sfruttato la parentela con la sorella Samantha per mettere in scena le varie truffe. Samantha Porcile, assieme a Salvatore De Vito, gestiva un centro di consulenza di infortunistica stradale, chiuso dopo le prime indagini e ora per i due è scattata anche l’inibizione all’esercizio dell’attività professionale.
L’altro gruppo era composto dai fratelli Patrizio e Mario Emanuele Tedesco di Rione Parco, quest’ultimo già finito agli arresti a seguito dell’operazione “Delivery” che ha smontato una importante piazza di spaccio in città.
Infine, l’ultima coppia che organizzava le truffe era composta da Giuseppe Testa di Atripalda, accusato e arrestato in passato assieme al padre per usura e estorsione, e dall’avvocato William Trerotola.
Ma sono undici in tutto le persone raggiunte da misure cautelari: De Vito, Porcile, i fratelli Tedesco sono detenuti in carcere, tutti difesi dall’avvocato Gerardo Santamaria; poi sono scattati 4 arresti domiciliari, un obbligo di dimora e due sospensioni dall’esercizio della professione per gli altri principali indagati, cioè Giuseppe Testa, l’avvocato William Trerotola, l’avvocato Fabio Guerriero, Gennaro Cirino, Ramona Fierro, Samantha Porcile e Salvatore De Vito.
Le accuse di cui devono rispondere, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno a istituto di assicurazione, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Ritenuti promotori e organizzatori dei sodalizi criminali, nei loro confronti è scattato anche un sequestro preventivo dei beni e conti correnti per un totale di 270mila euro
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