Svolta storica a Bruxelles, accorso sul salario minimo europeo
Costo della vita e potere d’acquisto come parametri di riferimento, aggiornamento automatico ogni due anni, più contrattazione collettiva laddove questa non raggiunga la soglia dell’80%
L’Unione europea ha raggiunto un accordo sul salario minimo. Costo della vita e potere d’acquisto come parametri di riferimento, aggiornamento automatico ogni due anni, più contrattazione collettiva laddove questa non raggiunga la soglia dell’80%. L’intesa è raggiunta nella notte, dopo una maratona negoziale di sette ore. Si tratta di un accordo inter-istituzionale di natura provvisoria, che avrà ora bisogno del voto dei rappresentanti degli Stati membri e dall’Aula.
La nuova direttiva sul salario minimo europeo punta a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi rispettando le diverse impostazioni nazionali dei 27 membri e a rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva. Dovrà essere approvata dalla Plenaria del Parlamento Ue (che però non può più emendare il testo) e ratificata dal Consiglio Ue. Toccherà poi ai Paesi membri recepirla. Non saranno previsti massimi e minimi salariali, perché la direttiva punterà a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi.
L’Italia, come noto, è tra i sei Paesi dell’Ue senza una regolamentazione in materia.
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