Fuga dal posto fisso, i concorsi pubblici non fanno più gola nemmeno ai giovani meridionali. E non è solo questione di stipendio. Ecco cosa sta succedendo
Storicamente, i concorsi pubblici hanno sempre rappresentato un obiettivo privilegiato per i giovani meridionali, che nel corso dei decenni hanno affollato gli uffici pubblici del Nord. Qualcosa, però, sta cambiando. Ecco perché
Storicamente, i concorsi pubblici hanno sempre rappresentato un obiettivo privilegiato per i giovani meridionali, che nel corso dei decenni hanno affollato gli uffici pubblici del Nord. Qualcosa, però, sta cambiando. Se fino a pochi anni fa la fuga dal lavoro pubblico riguardava essenzialmente la popolazione dell’Italia settentrionale, adesso coinvolge diffusamente anche i giovani meridionali.
Gli ultimi concorsi, soprattutto alcuni legati al Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, hanno restituito in tal senso un quadro molto chiaro. Su 320 funzionari di amministrazione messi a concorso, «una quota consistente ha rinunciato evitando di prendere servizio a meno che non fosse indicata una sede al Sud».
Le motivazioni alla base di questo rifiuto sono varie. C’è sicuramente una motivazione di natura economica, nel senso che le retribuzioni non sono ritenute allettanti in ragione del costo della vita che al Nord è decisamente superiore rispetto a quello delle regioni meridionali. Secondo il Codacons, per fare solo un esempio, il costo medio di un pranzo a Milano costa il 47 per cento in più rispetto a Napoli.
Ma in realtà nemmeno i concorsi in una Pubblica amministrazione del Sud fanno poi così gola. Il Concorso per il Sud, che doveva assegnare 2.800 posti nella Pa del Mezzogiorno, ha visto una tale scarsa affluenza di partecipanti alle selezioni (meno del 65% a livello nazionale e addirittura inferiore al 50% in alcune regioni) che il ministero della Pubblica amministrazione si è visto costretto a una modifica del bando.
In tale quadro emerge forse il problema più grande che riguarda la scarsità di figure professionali dietro gli sportelli pubblici e nei posti da funzionari. Basti considerare che l’ultimo concorso per la scuola ha visto un tasso di bocciati che in alcuni casi ha sfiorato il 90%, mentre solo il 5% dei partecipanti all’ultimo concorso per Magistratura è stato ammesso alla prova orale.
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