Se Matteo Salvini va a Mosca
Sul “solito” Matteo Salvini che vuole (ma forse siamo già al “voleva”) andare a Mosca da Putin per fare qualcosa che nessuno (lui stesso compreso) ha ben capito, parole molto serie e sagge sono state dette da Pierferdinando Casini nell’intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera. Ecco due risposte all’intervistatore (Fabrizio Caccia) che ben riassumono forma e sostanza del pensiero dell’ex Presidente della Camera.
La prima: “Io voglio credere assolutamente alla genuinità e alla bontà dei propositi del leader della Lega, ma deve stare molto attento a evitare che perseguendo un obiettivo così nobile finisca per indebolire il ruolo dell’Italia diventando un burattino nelle mani di Putin. Come dice il proverbio: delle buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno”.
La seconda risposta: “Io credo molto nell’importanza della diplomazia parlamentare e non penso che l’iniziativa estemporanea di Salvini recherà danno alla maggioranza. Però in certe circostanze è bene lasciare l’azione al governo, l’attore oggi è Draghi. Ricordo a Salvini una frase dell’ex ministro inglese Harold Wilson: Se vuoi dare un consiglio utile a una persona e vuoi farti ascoltare da essa, sussurraglielo all’orecchio. Se invece ne parli con tutti, allora è segno che si vuol fare solo propaganda”.
In verità, l’iniziativa del Capo della Lega – che essenzialmente sembra avere il senso di voler dare qualcosa a Putin in cambio della Pace – a me ricorda molto Totò e Nino Taranto impegnati a vendere la Fontana di Trevi. La differenza tra le due circostanze è che la Grande Coppia del nostro cinema comico ci faceva ridere, Salvini nei panni del comico ci fa invece piangere a singhiozzo.
Tuttavia, è nella vignetta dell’inarrivabile Giannelli (ancora sul Corriere della Sera di ieri) la sintesi perfetta di questa ennesima puntata tragicomica della politica del leader leghista: C’è lui, Salvini, che si presenta a Palazzo Chigi e dice a Draghi: “Presidente, vado a Mosca, credo che sia utile!”. E c’è un Draghi con l’espressione semiseria del viso che risponde: “Dipende da quanto ci resti!”.
Ecco, se Salvini e tutti i parlamentari filoputiniani come lui andassero a Mosca, ovvero da Putin, ma per restarci vita natural durante, farebbero cosa certamente utile all’Italia, all’Europa e probabilmente anche alla causa della Pace.
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