Stesso prezzo sullo scaffale, meno prodotto in confezione: l’Antitrust fa luce sui grandi brand che scaricano l’inflazione sulle tasche dei cittadini
A lanciare l’allarme, subito dopo Pasqua, fu il Codacons con un esposto al garante per la concorrenza e a 104 procure in tutto il paese, per denunciare la tendenza di molti brand ad introdurre meno prodotto nelle confezioni a parità di prezzo sugli scaffali
A lanciare l’allarme, subito dopo Pasqua, fu il Codacons con un esposto al garante per la concorrenza e a 104 procure in tutto il paese, per denunciare la tendenza di molti brand ad introdurre meno prodotto nelle confezioni a parità di prezzo sugli scaffali, per far fronte all’aumento delle materie prime. Un richiesta accolta, seppure con cautela, dal garante che ha per un verso ha riconosciuto la legittimità di questa strategia di marketing, a patto che i consumatori siano chiaramente informati della variazione.
La riduzione della quantità di prodotto a prezzo invariato non è quindi scorretta, ma l’Antitrust intende verificare la presenza di eventuali «pratiche commerciali scorrette» relative alla comunicazione incompleta o ingannevole sulle confezioni dei prodotti. Perché il consumatore ignaro si accorge del cambiamento solo dopo molti giorni, subendo un’inflazione strisciante e nascosta dietro alla frequenza d’acquisto di un determinato bene.
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