Non cambia il prezzo sullo scaffale ma cambia la quantità del prodotto in confezione. Ecco cos’è la “sgrammatura”, l’inflazione latente che i grandi marchi scaricano sui consumatori ignari
Il Codacons, nel corso di queste settimane, ha presentato esposti all’Antitrust e a 104 Procure di tutta Italia per denunciare l’inflazione occulta che colpisce le famiglie e che spesso non ha alcun nesso con l’impennata dei costi energetici di questi ultimi mesi
Sullo scaffale il prezzo non cambia, così come lo scontrino. Cambia, però, la quantità di prodotto presente nella confezione, ovvero il peso. Si chiama “sgrammatura” ed è forse l’inflazione più iniqua, perché è quella che i brand di prodotti di ogni genere scaricano sui consumatori in maniera tacita, latente. Secondo Amagi, società di ricerche di mercato, solo i più attenti, pensionati con poco potere d’acquisto e cacciatori di offerte, si accorgono di questo fenomeno. Il consumatore medio è infatti distratto e raramente controlla i prezzi dei prodotti che acquista. Dalla pasta alle patatine in busta, dalla carta igienica allo yogurt, il ricorso alla sgrammatura è estremamente diffuso e non a caso il Codacons, nel corso di queste settimane, ha presentato esposti all’Antitrust e a 104 Procure di tutta Italia per denunciare l’inflazione occulta che colpisce le famiglie e che spesso non ha alcun nesso con l’impennata dei costi energetici di questi ultimi mesi.
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