Smog, un’altra centralina Arpac in città: ma questa volta ci ha pensato la procura

Smog e inquinamento da polveri sottili, spunta un’altra centralina Arpac in città. Ma questa volta non si tratta del consueto monitoraggio portato avanti dall’agenzia regionale, a chiedere l’approfondimento sulla qualità dell’aria di Avellino e hinterland è stata la procura.

Da mesi i magistrati di piazza D’Armi sono infatti concentrati su una inchiesta dedicata all’inquinamento del capoluogo e della Valle del Sabato, indagine aperta a seguito di una serie di esposti presentati dai consiglieri d’opposizione del comune di Avellino, per un presunto immobilismo dell’amministrazione Festa sul tema.

La città capoluogo da anni si cuce addosso la maglia nera per l’alto numero di sforamenti di polveri sottili, che a fine anno puntualmente superano di gran lunga quelli consentiti dalla legge: rimedi e soluzioni nel tempo se ne sono visti ben pochi. La questione portò l’ex primo cittadino Paolo Foti alla sbarra, imputato per omissioni d’atto d’ufficio, da cui è stato recentemente assolto in cassazione dopo le precedenti condanne in primo e secondo grado.

Il procuratore Airoma pare intenzionato ad approfondire la vicenda, grazie al supporto dei carabinieri del Noe di Salerno e la collaborazione dell’istituto superiore di sanità e i ricercatori del Cnr.

A via Piave, presso l’ex scuola Dante Alighieri, a fianco alla principale centralina Arpac che da anni registra i dati di inquinamento, ne è stata installata un’altra, una wind cube, strumento finalizzato a comprendere la distribuzione degli inquinanti nell’aria, assieme a due centraline Tecora, che permettono il monitoraggio in tempo reale dell’andamento della concentrazione delle polveri nocive