Long Covid, secondo uno studio dell’Università di Firenze su 428 pazienti ben il 76% subisce conseguenze di lungo termini dopo la guarigione dalla malattia. Particolarmente esposte le donne

Le persone che avevano contratto il virus in una forma più grave, necessitando quindi di ricovero, dunque di farmaci immunosoppressori o di ossigeno, avevano maggiori probabilità di presentare una forma di Long Covid. In tale quadro, le donne sono risultate molto più suscettibili

Secondo uno studio italiano sviluppato dall’Università di Firenze e Azienda ospedaliera universitaria Careggi le diverse varianti del Covid possono dare origine a conseguenze a lungo termine che si presentano in alcune persone guarite dalla malattia. è quello che abbiamo imparato a definire long Covid.

Il 76% dei 428 pazienti coinvolti nello studio ha riportato almeno un sintomo persistente dopo la guarigione: i più comuni sono stati fiato corto e fatica cronica, seguiti da problemi di sonno, alla vista e cervello annebbiato. Le persone che avevano contratto il virus in una forma più grave, necessitando quindi di ricovero, dunque di farmaci immunosoppressori o di ossigeno, avevano maggiori probabilità di presentare una forma di Long Covid. In tale quadro, le donne sono risultate molto più suscettibili alle conseguenze di lungo termine dle Covid rispetto agli uomini.

Mettendo a confronto i sintomi delle persone che si sono ammalate nel 2020, quando era dominante la forma originale, con quelle infettate nel 2021, quando invece circolava maggiormente la variante Alfa, è emerso chiaramente che nel secondo gruppo risultavano più comuni sintomi come dolore muscolare, insonnia, cervello annebbiato, ansia o depressione, mentre erano diventati meno frequenti la perdita dell’olfatto, la difficoltà di deglutizione e i problemi all’udito, caratteristici della prima ondata pandemica.

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