L’Irpinia e la sua classe parlamentare inadeguata
Meno male che qualche buona notizia per l’Irpinia si registra anche in tempo di pandemia. La notizia, invero non buona ma ottima, è l’arrivo nel porto di Bari di una macchina ingegnosa – la cosiddetta “talpa” – che serve per realizzare, in provincia di Avellino appunto, i 13 chilometri di galleria previsti nell’opera ferroviaria di Alta Velocità/Alta Capacità Napoli-Bari.
È simbolicamente un’ottima notizia perché racconta che il cronoprogramma della ferrovia si sta rispettando al secondo, per di più in perfetta sincronia con la realizzazione della Stazione Hirpinia in Valle Ufita. Se vi aggiungiamo la “Piattaforma Logistica”, che nascerà da queste parti grazie al Pnrr, quell’ottima notizia racconta – insomma – che il processo di sviluppo di un’ampia area della provincia irpina avrà in un futuro decisamente prossimo un’accelerazione straordinaria, circostanza nemmeno ipotizzabile fino a qualche anno fa.
Ho voluto sottolineare l’importanza dell’evento per rispondere con argomenti concreti e seri ai rilievi critici (dei soliti noti) rispetto ad una affermazione contenuta nel mio “Venerdì” televisivo della scorsa settimana, allorquando – senza giri di parole – ho sostenuto che l’Irpinia ha una classe dirigente parlamentare del tutto inadeguata, e che questa classe dirigente è al 90 per cento grillina.
È presto detto cosa c’entrino Ferrovia, Stazione Hirpinia e Piattaforma Logistica con la rappresentanza parlamentare della provincia di Avellino, essenzialmente quattro deputati 5 Stelle più un senatore, anch’egli eletto nelle liste del Movimento e poi passato alla Lega.
Chi ha buona memoria ricorderà che i “4 +1”, o giù di lì, fecero cose da pazzi circa tre anni fa per far modificare il tracciato della Ferrovia nella tratta del territorio irpino. E in cose altrettanto pazzesche si prodigarono per mettere a rischio la realizzazione della Stazione Hirpinia. Rfi, amministratori locali, sindacato e comuni cittadini dovettero lavorare non poco per evitare il peggio: quel peggio che avrebbe dilatato a dismisura i tempi di realizzazione dell’opera, oltre tutto privando l’Irpinia della Stazione, quindi della Piattaforma Logistica, ergo delle condizioni infrastrutturali di sviluppo che si stanno oggi creando.
Ora, nessuno può neanche soltanto immaginare che i parlamentari 5 Stelle eletti in questa provincia vogliano il male della provincia. Personalmente ho sempre creduto che essi sinceramente, genuinamente, fortemente abbiano in animo il bene dell’Irpinia. Il problema è che proprio non ce la fanno – sul piano politico – ad epurare il pensiero dalla demagogia spicciola, dalla irrazionalità, dall’assoluta mancanza di sano pragmatismo. Il loro problema non è tanto ciò che dicono e come lo dicono, generalmente in modo contorto, un classico del pensiero confuso. Il problema è che essi pensano ciò che dicono. E la tragedia è che sono convinti che ciò che pensano sia la Verità Rivelata: unica, insostituibile, eterna.
Del resto, il caso della Ferrovia che doveva avere un altro tracciato – chissà perché! – non è affatto isolato, un inciampo involontario, un lapsus correggibile con un paio di distese sul lettino di Freud. C’è un precedente di “disastro” – diciamo così – “ferroviario” in Irpinia ancora riconducibile a questa classe parlamentare: a tutt’e “4” gli attuali deputati 5 Stelle e in particolare al primo, in ordine cronologico di elezione, ossia all’attuale sottosegretario Carlo Sibilia.
Un tuffo nella memoria: la strada a scorrimento veloce Grottaminarda-Contursi. Per circa un anno e mezzo i lavori dell’arteria, nel tratto Grottaminarda-Lioni, si sono fermati. Non perché mancassero i soldi. Più banalmente perché nel pensiero-non pensiero di Lorsignori si doveva far fuori il commissariato ad acta, cioè l’unica struttura che nel caos delle solite diatribe politico-burocratiche aveva funzionato a perfezione, per di più facendo risparmiare somme significative alle casse dello Stato. Detto fatto: l’eliminazione del commissariato ha fatto accumulare ritardi enormi, fallimenti di imprese, disoccupazione, incrementi di costi.
Ora, maliziosi e maligni potrebbero farsi e fare la più infondata delle domande: ma perché mai l’onorevole sottosegretario ce l’ha con l’Irpinia? Rieccoci. Non è così. Lui non ce l’ha con l’Irpinia, lui vuole bene all’Irpinia e vuole “il” bene dell’Irpinia: sinceramente, genuinamente, fortemente. Il problema è diverso, è altro. Lui ce l’ha con le strade, nella identica misura in cui ce l’ha con le ferrovie. Lui, quando mette insieme strade e ferrovie, fa disastri. Di certo involontariamente, ma sono disastri. Non è una barzelletta, ascoltate.
C’è stato un tempo nel quale il sottosegretario Sibilia aveva teorizzato che la Grottaminarda-Lioni (primo tratto dell’opera completa fino a Contursi, ossia l’arteria traversale concepita per collegare la Bari-Napoli con la Salerno-Reggio Calabria) era inutile, se ne poteva fare a meno, e che meglio sarebbe stato sostituirla con una ferrovia.
Mancava, nella lucida teorizzazione del Nostro, un dettaglio niente affatto marginale, e cioè che la sostituzione di una strada in asfalto con una strada ferrata avrebbe comportato uno scenario “logistico” di questo tipo: le auto provenienti da Bari escono al casello di Grottaminarda, dove trovano bell’e pronto un treno; salgono (le auto) in treno e viaggiano fino a Lioni; qui scendono dal treno (le auto) e si immettono direttamente sulla strada (non più ferrata, ma in asfalto) Lioni-Contursi. Oggettivamente, un gioco complesso e fantasioso. O no?
La riflessione finisce qui. Spero sia stata esaustiva per spiegare quanto avevo affermato nel “Venerdì” della scorsa settimana. Ossia che l’Irpinia ha una classe dirigente parlamentare inadeguata. Tanto più in tempo di “quasi” post-pandemia, e di speranza di rinascita con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
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