Coronavirus

Le calamità dovute alla Natura, una volta avvenute, possono solo andar via.

È vero che, attualmente, mezzo mondo è messo in difficoltà da un nemico tanto piccolo e tuttavia pericoloso.

Siamo, nientemeno, potenze nucleari, ma poco possiamo contro questo avversario invisibile.

Dobbiamo essere riconoscenti a strutture sanitarie, operatori pubblici e privati ed quanti altri sono in prima linea per difenderci con loro personale rischio, mentre a noi collettività viene solo raccomandato di adottare accorgimenti cautelari anti-contagio.

Ma, solo per cercare più tranquillità, sia consentito alla nostra fantasia ricordare, tra mito e storia, che l’omerica pestilenza in campo acheo, provocata dalla prepotenza di Agamennone, poi cessò con la restituzione di sua figlia a Crise, sacerdote di Apollo; che le bibliche piaghe d’Egitto, mandate per indurre il Faraone a dar libertà agli ebrei, finirono con il loro esodo; che i giovani del Decamerone uscirono salvi dall’epidemia, dopo essersi isolati ad ascoltare cento novelle del Boccaccio; e che i promessi sposi del Manzoni coronarono alla fine il loro sogno d’amore, essendosi salvati dalla cessata peste di Milano.

La speranza, come sempre ultima dea, ci fa aver fiducia anche nella stessa Natura, che certamente aiutata dal lodevole impegno umano, ci regalerà la fine dell’incubo, anche in omaggio al geniale detto del grande Eduardo, in splendido accento di Napoli : “Adda passà ‘a nuttata!”.

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