Luciano, clochard avellinese, ritrovato morto nel sottoscala di un cantiere: era scomparso da giorni

Morte di un clochard avellinese noto alla città. Una triste storia familiare alle spalle, Luciano Romagnuolo, 56 anni, è stato rinvenuto cadavere nel capoluogo in una pozza d’acqua d’un cantiere abbandonato di Santa Maria delle Grazie. Da diversi giorni non si vedeva in giro

Non si avevano più notizie di lui da giorni, è stato ritrovato morto all’interno di un cantiere lungo la salita di Santa Maria delle Grazie, da tempo divenuto rifugio e giaciglio per Luciano Romagnuolo, 56enne senzatetto originario di Altavilla ma un’intera vita vissuta nel capoluogo, purtroppo sempre in estreme condizioni. A ritrovare il cadavere, completamente immerso nell’acqua all’interno di un sottoscala della palazzina in costruzione, sono stati i carabinieri questa mattina verso le 7. I militari avevano avviato un paio di giorni fa le ricerche a seguito della denuncia del giornalista Enzo Costanza, che da tempo seguiva le sorti dell’uomo, di cui si erano perse le tracce dallo scorso 10 gennaio.

I carabinieri si erano già recati presso lo stabile in questione, a seguito delle indicazioni fornite da familiari e conoscenti di Luciano; era noto che spesso il 56enne si recava lì a dormire, ma il cadavere era completamente immerso nell’acqua e non era stato notato. Questa mattina, dopo un ulteriore sopralluogo, l’amara scoperta, sul posto anche i vigili del fuoco che hanno dovuto tirare fuori il corpo senza vita dal sottoscala pieno d’acqua piovana; impossibile per il medico legale accertare le cause della morte e fare un esame sulla salma nelle condizioni in cui è stato trovato, sarà l’autopsia a chiarire la dinamica. Probabilmente Luciano Romagnuolo deve essere caduto all’interno del buco, forse a seguito di un malore.

Luciano era molto conosciuto in città, tante le persone che hanno provato a tendergli una mano, ma i suoi problemi con l’alcol lo hanno emarginato da tutto e tutti. Il sette gennaio aveva aggredito, in preda ai fumi dell’alcol, una signora nei pressi del tribunale; fu disposto il ricovero presso l’ospedale Moscati, dimesso il giorno dopo, di lui si erano poi perse le tracce. I primi a dare l’allarme i conoscenti che lo aiutavano ogni giorno e i familiari che per giorni hanno provato a contattarlo invano al telefonino che risultava sempre staccato. E ora ai parenti non resta purtroppo altro che piangerne la scomparsa

I commenti sono chiusi.