Reddito di cittadinanza, il beneficio decade dopo il rifiuto della seconda offerta di lavoro. Ecco il quadro sui nuovi controlli e sulle nuove misure
Inasprimento del sistema di controlli e sanzioni, rafforzamento delle misure incentivanti e disincentivanti: sono queste le due direttrici lungo le quali si muovono le modifiche all’impianto della normativa. Facciamo il punto
Inasprimento del sistema di controlli e sanzioni, rafforzamento delle misure incentivanti e disincentivanti: sono queste le due direttrici lungo le quali si muovono le modifiche all’impianto del reddito di cittadinanza. Per quanto concerne il controllo delle eventuali situazioni patrimoniali estere di chi fa domanda di reddito, toccherà all’Inps predisporre un piano annuale di verifiche, mentre controlli preventivi sono affidati ai Comuni per verificare la composizione del nucleo familiare dichiarato nella domanda di Reddito e sull’effettivo possesso dei requisiti richiesti. I Comuni, inoltre, dovranno compiere controlli successivi all’erogazione del beneficio ed impiegare in progetti utili alla collettività, a titolo gratuito, almeno un terzo dei loro percettori di reddito. In ogni caso, l’Inps dovrà verificare preventivamente e tempestivamente i dati anagrafici, di residenza, di soggiorno e di cittadinanza, comunicando tempestivamente ai Comuni le posizioni che necessitano di ulteriori accertamenti attraverso la piattaforma del sistema informativo del reddito di cittadinanza. I Comuni comunicheranno l’esito delle loro verifiche all’Inps entro i successivi 90 giorni. Nelle more, il pagamento del reddito viene sospeso. I beneficiari, inoltre, dovranno stipulare il cosiddetto patto di servizio, in ragione dal quale saranno obbligati a presentarsi personalmente ai centri per l’impiego per la partecipazione periodica ad attività e colloqui da svolgersi in presenza. In tale quadro, eccoci alla novità più rilevante delle nuove normative, è prevista una riduzione di soli cinque euro già dal primo mese dopo il rifiuto della prima offerta di lavoro, che si trasforma in decadenza del beneficio al rifiuto della seconda offerta di lavoro e non alla terza, come invece previsto finora.
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