MA L’IRPINIA È ANCHE “BELLE PERSONE”: LUCA ABETE E MIRELLA NAPODANO, AD ESEMPIO…
In questa nostra sventurata provincia non c’è soltanto la realtà impietosamente fotografata dalle elaborazioni statistiche de “Il Sole 24 Ore” che collocano l’Irpinia al centesimo posto – su 105 posizioni italiane – per il trasporto pubblico, al 94esimo per la qualità della vita dei bambini, al 102esimo dei giovani e al 93esimo degli anziani. Od anche, giusto per una più completa ed avvilente rappresentazione del quadro, al 94esimo posto per piste ciclabili, idem per dotazione di banda larga, 83esimo per numero di librerie, 89esimo per palestre e piscine, e alla 104esima posizione nella speciale classifica City Rank.
E non c’è soltanto, in questa nostra sventurata Irpinia, una classe dirigente politico-istituzionale non proprio all’altezza del compito, circostanza indirettamente raccontata dalla classifica testé riassunta, posto che se avessimo avuto una classe dirigente politico-istituzionale capace, almeno da tre-quattro lustri a questa parte, non ci troveremmo oggi – restringendo l’attenzione alla sola Campania – meno peggio, ma appena un pochino, soltanto della provincia di Caserta.
Abbiamo, in questa nostra sventurata terra, anche tante Belle Persone che danno esempi d’impegno sociale decisamente da emulare.
In via esemplificativa, voglio citarne due: una scelta legata alla strettissima attualità, oltre che al sicuro merito che queste due Belle Persone possono oggettivamente vantare.
La prima Bella Persona, nel senso sottolineato, è Luca Abete: il giornalista avellinese che avviò qui la sua professione e dopo non pochi sacrifici è riuscito ad affermarsi su Canale 5 in “Striscia la notizia”, il popolarissimo capolavoro di giornalismo satirico firmato da Antonio Ricci.
Luca si è inventato un evento, realizzato ieri in streaming, di altissima valenza sociale: si è raccontato a migliaia di studenti irpini, non per ostentare prestigio, uno “stile” che non gli appartiene, ma per stimolare in essi la curiosità e insieme la speranza e l’ottimismo della volontà.
Speranza che si può fare tanta strada anche partendo “a piedi” da una piccola provincia come l’Irpinia. Ottimismo gramsciano che stavolta decisamente batte il pessimismo della ragione alimentato da tanti pessimi esempi anche irpini: si possono fare percorsi professionali gratificanti nelle Tv nazionali senza la proverbiale “botta” politico-clientelare.
Il piccolo grande “miracolo” di Luca Abete è stato d’essere riuscito a catturare e mobilitare l’attenzione dei giovanissimi raccontando cose semplici ma estremamente serie, soprattutto capaci di accendere una luce nel tunnel di sfiducia globale in cui essi quotidianamente si muovono. Sarebbe stato, questo, compito delle istituzioni locali e della politica. Ma tant’è, lo abbiamo già detto: l’Irpinia non si troverebbe nelle condizioni in cui è se avesse avuto una classe dirigente politico-istituzionale in grado di dire ai giovani parole genuine di speranza, di ragionato ottimismo, di verità.
L’altra Bella Persona è Mirella Napodano, preside in pensione. E che preside è stata! Cito solo l’inizio della sua storia professionale: al concorso per preside si classificò prima in Italia, lei proveniente dalla piccola provincia irpina, lei che non frequentava parrocchie politiche, lei che non aveva santi in paradiso.
Studiosa di Filosofia, intellettuale di rara finezza culturale e di straordinaria sensibilità, Mirella ha avviato recentemente un progetto che è molto più d’un impegno sociale, è una vera e propria “missione”. Con la Parrocchia di San Ciro Martire e la Diocesi di Avellino si è resa promotrice della costituzione della “Comunità Locale Trasformativa Laudato Sì – San Ciro: la risposta all’appello lanciato da Papa Francesco per la “rilettura”, nel senso di “applicazione”, dell’Enciclica pubblicata sei anni fa, “uno straordinario grido di allarme sulle ferite del pianeta e sull’urgenza di una ecologia integrale…”.
Salvare il pianeta da Avellino? Certo che no! O forse sì, se da cosa nasce cosa, se la goccia di “buona volontà” si moltiplica – metropoli per metropoli, città per città, paese per paese, quartiere per quartiere – fino a diventare un fiume in piena di comportamenti responsabili, nel segno d’una rinnovata etica di vita “umana”.
La missione della preside in pensione Napodano (e, naturalmente, dei suoi compagni “missionari”) è di “promuovere un vero e proprio Patto di Comunità, in dialogo con Enti ed istituzioni riguardo alla Casa comune, consociandosi ad altri sistemi federativi omogenei per finalità e metodo di lavoro, al fine di federare: realtà sociali, centri culturali, strutture educative e formative, attività imprenditoriali inclusive, sostenibili, trasformative, ispirate all’ecologia integrale e alla strategia culturale trasformativa…).
Si dirà: ma tutte queste cose non dovrebbero essere parte essenziale dell’impegno istituzionale, dei programmi dei partiti politici? Certo che sì: ma se quell’impegno ci fosse stato, e se i programmi non fossero rimasti nei cassetti e nelle pie intenzioni, ossia nei bla-bla-bla, mica ci troveremmo nelle condizioni in cui siamo, mica staremmo a discutere di ciò che state leggendo.
Ecco: l’Irpinia è anche questo. È fatta anche di queste Persone. Tante, tantissime Belle Persone come Luca e Mirella. Che andrebbero imitate. Intanto ringraziate. Cosa che io, qui ed ora, pubblicamente e convintamente faccio.
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