Aiuti fino al 60 per cento degli investimenti per le imprese del Sud: c’è l’ok della Commissione europea fino al 2027
L’obiettivo è quello di consentire alle regioni europee più svantaggiate di recuperare il ritardo accumulato e di ridurre le disparità in termini di benessere economico, reddito e disoccupazione, con particolare attenzione alle regioni che soffrono di piaghe strutturali quali lo spopolamento
La commissione europea ha stabilito che a partire dal primo gennaio 2022, e fino al 31 dicembre 2027, gli aiuti alle imprese del Mezzogiorno potranno essere concessi fino al 60% degli investimenti ammissibili. Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (che totalizzano il 32% della popolazione italiana) rientrano tra le regioni più svantaggiate dell’Unione, con un Pil pro capite inferiore al 75 % della media Ue. Tali regioni sono ammissibili agli aiuti previsti dal Trattato sul funzionamento dell’unione europea per le cosiddette «zone a», con intensità massime di aiuto per le grandi imprese comprese tra il 30 e il 40 %. In tutte regioni menzionate, le intensità massime di aiuto possono essere maggiorate di 10 punti percentuali per gli investimenti delle imprese di medie dimensioni e di 20 punti percentuali per gli investimenti delle piccole imprese.
L’obiettivo è quello di consentire alle regioni europee più svantaggiate di recuperare il ritardo accumulato e di ridurre le disparità in termini di benessere economico, reddito e disoccupazione, con particolare attenzione alle regioni che soffrono di piaghe strutturali quali lo spopolamento.
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