SONIA, UNO SGUARDO CONCRETO SULLA REALIZZAZIONE AL FEMMINILE
Bella donna, sguardo intenso e dritto all’obiettivo: quello della sua interlocutrice. Sonia vive e lavora a Milano, nella città metropolitana simbolo delle donne che fanno carriera, che “corrono con i lupi”, che li hanno superati e che sentono sempre più forte l’istinto di affermarsi, di riscattarsi, di realizzarsi o semplicemente di poter esprimersi al netto di qualsiasi pregiudizio, retaggio, diffidenza, ostacolo nel mondo del lavoro.
Sonia è una coach, una di quelle persone che decidono di mettersi in gioco in prima persona per scoprire le proprie specificità, la propria vera essenza, la consapevolezza che porta alla piena realizzazione e ha trasformato questa esperienza in una professione. La passione e il desiderio di trasferire le capacità acquisite durante il lavoro su sé stessa, l’hanno convinta a diventare una coach. Perché non basta scoprire chi si è e cosa si sogna di fare, bisogna acquisire il metodo e gli strumenti che servono a concentrarsi all’ottenimento del risultato, senza dispersione di energie e dandosi dei tempi.
Mentre ci scambiamo opinioni, ci raccontiamo esperienze e ci stimoliamo a vicenda, rimango colpita dalla sua concretezza e dalla sua attitudine a parlare in modo diretto ed efficace, ad andare dritta all’obiettivo attraverso domande mirate che presuppongono risposte nette, immediate. Gli occhi di Sonia sono il biglietto da visita della sua empatia, della sua serietà e della sua competenza. È richiesta in città e non solo, perché nei suoi corsi e nei suoi seminari, dedicati in questo momento alle donne che vogliono realizzarsi, ha saputo intercettare quei limiti e quelle debolezze nascoste anche in donne già affermate o inserite nel mondo del lavoro, impegnate quotidianamente nella atavica lotta tra femminilità e leadership. Mi affascina ascoltarla e scoprire che il lavoro su sé stessi talvolta passa attraverso strumenti insoliti e sinergie speciali, come quella tra il coaching e l’esperienza in teatro.
“Teatro e Coaching sono un bellissimo connubio con un effetto potente sul proprio mondo interiore, dunque sulla consapevolezza del sé. Sono una coach, nello specifico una “coach umanista” (www.coachingcorner.it) e quando lo dicevo qualche anno fa la maggior parte delle persone non capiva di cosa si trattasse. Ho fatto fatica anche a spiegarlo. Cercavo di trovare metafore in vari contesti, dallo sport a tanto altro, ma non è stato facile. La prima cosa che dico oggi a chi viene da me è la seguente: il mio lavoro dipende dalla tua voglia di trovare una nuova strada o un nuovo obiettivo, o di focalizzarti su quell’obiettivo che hai dentro da sempre e che non hai avuto il coraggio di affrontare e di perseguire. Si tratta di un percorso da compiere passo passo con tanta fiducia e la sorpresa è che il benessere può arrivare nell’immediato, se si lavora in sintonia.
Come coach umanista credo fortemente nel potere creativo e nel potenziale di ogni persona. Ogni persona ha punti di forza unici, esclusivi e su quelli il coach lavora per farli affiorare e per trasformarli in veri e propri “talenti”. La consapevolezza di sé attiva la responsabilità verso l’obiettivo e verso il cambiamento che la persona decide di attuare. Il coach si affianca a questa metamorfosi con meraviglia e passione, coinvolto e partecipe, come un vero alleato.
È sempre affascinante vedere le persone trasformarsi nel meglio di sé per diventare ciò che desiderano essere, capire la direzioni, vederli muovere i primi passi verso il futuro che desiderano. Un processo interiore che serve a realizzare, progettare, costruire, a risolvere conflitti con sé stessi, con il prossimo, con il mondo del lavoro o degli affetti, a scoprirsi qualcosa di diverso o di speciale.
Perché quindi il connubio con il teatro? Il teatro come metafora della vita aiuta a vedere e interpretare le cose sotto vari punti di vista, stimola l’apertura mentale, la capacità di esprimersi e serve anche a stimolare il coraggio di mettersi in discussione. È un’esperienza forte. Lavoro insieme ad una mia collega attrice in ottica sperimentale e creativa e stiamo avendo risultati sorprendenti. In particolare, abbiamo sviluppato il progetto “Women Creative Empowerment” (www.womencreativempowerment.it), all’interno dei percorsi sull’ “empowerment al femminile”, dove utilizziamo sia tecniche di coaching sia workout teatrali molto coinvolgenti. Crediamo nel concetto di contaminazione, inclusione, confronto e nelle nuove forme di apprendimento basate su esperienze innovative e creative. Mi piace lavorare con le donne perché, nonostante tutti i riconoscimenti e i fatti concreti ottenuti in termini di emancipazione e di “gender gap” nelle aziende perseverano discriminazioni, limiti e autolimiti. Il nostro compito è quello di aiutarle a prendere coscienza, a sostenere la leadership, ad affermarsi.
Sia nel coaching individuale che in quello in team, tipico delle aziende, il processo è identico. Nei gruppi di lavoro ogni esperienza condivisa maieuticamente eleva la consapevolezza di tutto il gruppo e avvia un processo di responsabilità condivisa, un vero effetto moltiplicatore di efficacia.”
Milano sta tornando a casa, le strade del centro si svuotano e ho la sensazione di aver incontrato una donna in gamba, contemporanea, capace di farsi strada anche in un momento difficile come quello dei lockdown, in cui i corsi in presenza sono stati sostituiti da quelli digitali.
Grazie Sonia per questa testimonianza di intraprendenza, concretezza, realizzazione femminile in tempo di pandemia.
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