Per non dimenticare, oggi 41 anni fa. Le ferite aperte e mai guaribili del terremoto

Oggi, 23 novembre, 41 anni dal terremoto dell’Irpinia. Il dovere di non dimenticare le ferite aperte e mai guaribili della nostra tragedia

Il mondo crollò in un minuto e 20 secondi interminabili, la terrà tremò alle 19.34 di domenica 23 novembre del 1980. Un sisma di magnitudo 6.9 pari al decimo grado della scala Mercalli. L’epicentro in Irpinia del sisma che colpì anche Potenza, Napoli, Salerno.

Quasi 3mila morti, 8.800 feriti, 300mila sfollati. Di interi paesi come Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Torella dei Lombardi, Conza della Campania, Teora, Laviano, Baronissi non rimase più nulla, vennero rasi al suolo. Un’evento devastante.

Sui luoghi della tragedia, dopo due giorni, arrivò l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che vide coi propri occhi i lutti e le rovine e disse: “Ho assistito a spettacoli che mai dimenticherò, interi paesi rasi al suolo, la disperazione dei sopravvissuti vivrà nel mio animo e in quell’occasione denunciò i ritardi nei soccorsi”. “Fate Presto” titolò il Mattino, un urlo che impressionò il mondo intero. Non si era pronti ad affrontare una tale devastazione, figlia di quelle macerie nacque la Protezione civile.

L’Irpinia non dimentica il vuoto, la distruzione, le macerie i morti e chi ha vissuto quella tragedia la paura. Diversi sono gli eventi programmati per oggi, da mostre a proiezioni per ricordare un evento che cambiò tutto.

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