Fisco, addio privacy: in nome della lotta all’evasione tutti i dati dei contribuenti potranno essere utilizzati senza nessuna limitazione dall’Agenzia delle Entrate
Stiamo parlando si una enorme mole di informazioni, molte delle quali altamente sensibili, delle quali l'amministrazione finanziaria viene costantemente in possesso per effetto della moltitudine di comunicazioni telematiche da inoltrare a cadenza periodica
I dati dei contribuenti, anche i più sensibili, potranno essere utilizzati liberamente e circolare all’interno della pubblica amministrazione. Lo prevede, espressamente, l’articolo 9 del decreto legge 139/21, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 7 ottobre.
In nome della lotta all’evasione fiscale, dunque, l’Agenzia delle entrate potrà liberamente trattare tutte le informazioni relative ad un determinato contribuente o di intere categorie di contribuenti, senza doversi interfacciare con il Garante della privacy. Stiamo parlando si una enorme mole di informazioni, molte delle quali altamente sensibili, delle quali l’amministrazione finanziaria viene costantemente in possesso per effetto della moltitudine di comunicazioni telematiche da inoltrare a cadenza periodica.
E se è vero che in Italia la lotta all’evasione fiscale è una priorità assoluta, in anagrafe tributaria vi sono milioni di informazioni sensibili che non hanno alcuna utilità in tal senso: pensiamo alla descrizione della prestazione sanitaria ricevuto dal contribuente x, informazione del tutto inutile ai fini del controllo fiscale.
Quali garanzie saranno assicurate ai contribuenti in relazione ai trattamenti dei loro dati in chiave antievasione?
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