Aste ok: tutti a giudizio. Cade il voto di scambio politico- mafioso, niente processo per Morano
Lo scandalo delle aste giudiziarie del Tribunale di Avellino. Tutti gli indagati rinviati a giudizio – udienza fissata al 15 novembre - tranne Sabino Morano che era accusato soltanto di voto di scambio politico – mafioso, ipotesi di reato non accolta dal giudice e per la quale sono stati prosciolti anche Damiano Genovese e i due fratelli Galdieri. Questi tre ultimi indagati vanno a processo per le altre accuse formulate
Alle elezioni amministrative del comune di Avellino nel 2018 non ci fu l’intervento della camorra, sono stati prosciolti dall’accusa di voto scambio politico mafioso l’ex consigliere della Lega al comune di Avellino, Sabino Morano, Damiano Genovese, Pasquale e Nicola Galdieri.
Sabino Morano esce dunque dal processo. Stamattina la decisione del giudice Carlo Barbari che invece ha rinviato a giudizio gli altri imputati che secondo l’accusa avevano messo in piedi un sistema criminale volto a costruire una sorta di monopolio nel settore delle aste giudiziarie, impedendo alle persone interessate di partecipare.
21 dunque i soggetti che andranno a processo il prossimo 15 novembre nell’aula bunker di Poggioreale. Si tratta di Livia e Modestino Forte, Armando Aprile, Pasquale e Nicola Galdieri, Beniamino Pagano, Damiano Genovese, Carlo Dello Russo (tutti detenuti in carcere), Gianluca Formisano, Antonio Barone (entrambi ai domiciliari), questi i principali protagonisti dell’inchiesta su cui ricadono le accuse più gravi, tra cui l’associazione a delinquere di stampo mafioso; l’inchiesta ha fatto emergere anche le responsabilità, per vari episodi inerenti alla turbativa d’asta, estorsioni e riciclaggio, degli altri indagati: Emanuele Barbati, il figlio di Livia Forte Antonio Ciccone, Annarita De Vito, Manlio Di Benedetto, il nipote di Livia Forte Antonio Flammia, Maria Luigia Gasparro, Raffaele Giaccio, Mario Gisolfi, Ermelinda Becchimanzi, Mario Guerra e Giuseppe Di Costanzo.
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