ANTONIO, LA VIGNA E IL TRATTORE
La mia estate in Irpinia si è davvero conclusa. Come sempre, mi godo tutto il benessere ritrovato e ripercorro le tappe della vacanza e di una vita completamente stravolta dai ritmi lenti.
È stato un soggiorno particolarmente ricco di piccole grandi emozioni, di persone care, di nuovi amici. E poi i luoghi, quelli soliti e quelli scoperti con meraviglia. A questo proposito, sento il desiderio di raccontarvi di una straordinaria serata iniziata al tramonto e finita al chiaro di luna, totalmente inaspettata, vissuta dopo un torrido pomeriggio ferragostano.
Protagonisti: un agriturismo, una famiglia, un trattore, una vigna e un gruppo di amici. Regista e produttore: Antonio, proprietario del podere “Il Torchio” a Corsano, frazione di Montecalvo Irpino.
Dopo un percorso tra colline, boschi e vallate, si arriva in una tipica fattoria adibita a bed&breakfast (ma dove si fanno anche pranzi, aperitivi, cene e dopocena!) che mi riporta immediatamente indietro nel tempo. Un tempo vissuto decenni fa tra orti, grano, mucche, pecore, maiali, alberi da frutta, valli e vigneti dei quali non conoscevo il prestigio perché solo in tempi più recenti sono stati valorizzati.
Antonio ci accoglie insieme al fratello con un entusiasmo carico di orgoglio e di passione che sarà il fil- rouge dell’insolita, memorabile serata. La nostra comitiva di amici e parenti è variegata, allegra, ben predisposta ad una full immersion enogastronomica all’insegna dell’autenticità e della convivialità. Ma nessuno di noi è preparato alla sorpresa di Antonio il quale, dopo averci mostrato il suo podere e ogni angolo della proprietà, senza alcuna avvertenza, ma con un sorriso rassicurante, ci invita a salire fiduciosi sul carro attaccato al trattore. Posti a sedere circa 15, posti in piedi decisamente sconsigliati! Vino, cestini preparati con cura pieni di salsiccia locale, formaggi, frittata, dolci e giusto un paio di cuscini per chi avesse problemi di schiena. Antonio ci conta, accende il motore e… si parte! Tra lo sgomento di alcuni (superato in fretta) e l’eccitazione di tutti, partiamo in discesa per una delle avventure turistiche più intense, memorabili e appaganti che io ricordi. Antonio, come un fiero condottiero che trasporta la sua gente tra le onde di mari misteriosi, attraversando il guado di un torrente che scorre sotto al binario della linea ferroviaria Foggia-Benevento, dopo una ripida salita e una arrampicata finale a prova di gancio del carro, ci porta sani e salvi nella parte più suggestiva della sua proprietà: la vigna in collina.
Nel giro di pochi secondi lui e il fratello apparecchiano, come sul set di un film. Le balle di paglia predisposte a mo’ di sedie e tavolini sono straordinariamente suggestive in mezzo a quelle viti cariche di grappoli generosi. Tovaglie a quadretti, tovaglioli, bottiglie di vino a temperatura perfetta, calici in vetro, olio, pane pizza, tutto estratto dai cestini che la moglie ha confezionato per noi. La Falanghina di sua produzione inizia a scorrere nei bicchieri come acqua di sorgente, il sole perde intensità e diventa tiepido, grazie ad un vento secco piacevolissimo e Antonio parte con una presentazione che ci cattura tutti. A breve il cielo si tinge di colori prima infuocati e poi pastello e, mentre lui racconta e noi gustiamo e degustiamo, spunta una luna spettacolare!
“Il primo tentativo dell’aperitivo in vigna lo feci nel 2011, ma i tempi erano prematuri. Durante il primo lockdown del 2020 i miei figli trovarono un volantino di invito risalente a quel periodo e mi proposero di riprovarci organizzando gli aperitivi di sera, anziché a pranzo. Io ci ho creduto, nonostante la tragedia della pandemia, e ho dato spazio al coraggio e a nuove idee. Così ho coinvolto i ragazzi nel lancio di una iniziativa unica nel suo genere in questo territorio”.
Antonio Russolillo è anche assessore all’agricoltura nel Comune di Montecalvo e lo è con passione. Crede nell’agricoltura e nella civiltà contadina e crede nel potenziale di un entroterra ancora poco conosciuto rispetto ad altre zone della Campania. Gli chiedo perché, secondo lui, questa Irpinia ricca di cose da valorizzare, da fare, da vedere, da dire, da bere e da mangiare non è all’altezza di altre regioni dal punto di vista agricolo e turistico.
“Forse siamo partiti tardi, ma sinceramente ciò che ostacola qui è la vecchia mentalità che non incentiva né l’agricoltura né il turismo. Se pensiamo solo al nostro orticello e non lavoriamo aggiornati, in rete e in sinergia, non andremo da nessuna parte. Noi non dobbiamo parlare del “nostro prodotto”, ma dei prodotti di tutto il “nostro territorio” come fanno in Toscana, in Emilia Romagna e in altre regioni e in altri Paesi europei. Gli aiuti ci sono. Ho la fortuna di aver conosciuto una ragazza giapponese ad una fiera e da allora esporto olio di Ravece e pomodorino di Montecalvo in barattoli in Giappone. Parlo di migliaia di confezioni! Le opportunità ci sono, dobbiamo solo unirci tra noi produttori e iniziare dalle piccole cose. Per esempio, a Montecalvo faremo il “Mercatino del contadino”: dal pane, alla frutta, alla verdura, ai formaggi e ai salumi locali, attireremo l’attenzione di coloro che vivono in città e che desiderano sempre di più prodotti locali e genuini. Vorrei lasciare ai miei concittadini un segno positivo di impegno e soprattutto di grande fiducia nei giovani”.
Saluto Antonio e l’Irpinia con un brindisi. Sono tornata da lui a pranzo prima di partire.
È stato assolutamente impossibile rinunciare.
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