ATRIPALDA – L’ESULTANZA PER LA RECUPERATA LIBERTÀ

Ricordo altresì l’esultanza nel paese che salutava le interminabili autocolonne dei liberatori ed il loro lancio di caramelle e sigarette alla popolazione;… e poi, in seguito, quel corteo di concittadini celebrante per le strade la riacquistata libertà di pensiero e di azione, al suono di una banda musicale che intonava il noto inno politico…” internazionale… futuro umanità…”

Vidi camminare in prima fila un carismatico atripaldese, sostenitore di ideologie socio politiche, da noi tutti stimato ed amato, con a fianco il suo inseparabile cane dal pelo biondo che procedeva serio e dignitoso come consapevole anch’esso dell’importanza del momento. Ed era quello il momento delle contrastanti passioni di odio ed amore e del concetto di vinti e vincitori, di amici e poi nemici e viceversa, che, dopo il tumulto degli eventi, occorreva si attenuassero, per così recuperare finalmente un sogno proibito.

Di tutti i miei concittadini dell’epoca ben ricordo volti, voci e nomi che però non cito per rispettarne la privacy. Ma di quello splendido cane, targato Atripalda, non posso fare a meno di rievocare il nome: si chiamava “Buk”.

Accanto al suo padrone e più fedele del cane Argo, ora sempre presente in piazza, ascoltava e sembrava capire le continue discussioni che si avvicendavano tra compaesani, forse anche lui intendendosi di politica.

Vennero, di lì a poco, i tempi delle improvvisate “signorine” dalle labbra cariche di rossetto, con in mano una rimediata, immancabile borsetta di scarso valore e gonne timidamente più audaci. Circolarono le seducenti sigarette americane ed un pane bianchissimo, ormai quasi sconosciuto e buono da sembrare un dolce; e poi, lingue, usi, costumi d’altra gente.

Si poterono apprezzare gli emozionanti ritmi di Glenn Miller; prese ad imperare freneticamente il boogie-woogie.

Si contrapponevano, tuttavia, anche i nostalgici motivi nostrani da dopoguerra, che si inseguivano nel tempo: “In cerca di te” (Solo me ne vo per la città), “Io t’ho incontrata a Napoli”, “Dove sta Zazà”, “Tammurriata nera”, “Vecchia Roma”, “Firenze sogna”, “O mia bella Madunina”, nonché i consolanti film in bianco e nero, uno per tutti quelli di Totò.

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