AZZURRO COME L’ITALIA
È decisamente un’estate particolare questa, difficile da dimenticare per vari aspetti, anche negativi purtroppo.
Un’estate che ci trova infatti abbastanza stremati e scoraggiati per il suo venire dopo un altro inverno fatto ancora di mascherine, paure, distanze, informazioni scientifiche altalenanti e spesso discordanti, tra proteste infinite per il green pass, i no vax e chi più ne ha più ne metta!
Ed è proprio in questi mesi, inoltre, che senza né pietà né indulgenza abbiamo capito, ancora una volta ma inutilmente, tutto il male che abbiamo saputo causare all’ambiente e al pianeta intero, dati gli ultimi eventi atmosferici che hanno flagellato l’Italia e che l’hanno spaccata in due: da una parte, al nord, continui nubifragi, frane ed esondazioni di fiumi e laghi, con enormi conseguenti danni a cose e persone, dall’altra, al sud, un caldo africano mai registrato con temperature torride e insopportabili non solo per gli anziani.
Temperature africane al sud rese ancora più insostenibili dai numerosi incendi di origine dolosa sviluppatisi in diverse regioni che hanno provocato la perdita di ettari di macchia mediterranea, con fiamme sviluppatesi sino a minacciare abitazioni e strutture alberghiere.
La natura dolosa e criminosa di questi incendi li rende fatti gravissimi che in quanto tali andrebbero perseguiti in modo severo.
L’estate 2021, però, per fortuna rimarrà di certo nella storia non solo per la battaglia infinita contro il Covid o per il mutamento del clima in atti, ma anche per qualcosa di bello.
Infatti grazie allo sport Azzurro, questa sarà di sicuro ricordata come l’estate del riscatto e della vittoria.
Già un mese fa mettevamo a dura prova le nostre corde vocali e i battiti del cuore per inneggiare ai sorprendenti risultati del Campionato Europeo di calcio 2020 che ha visto i “ragazzi” del Mister Mancini arrivare in finale senza perdere nessuna partita e fino a vincere addirittura su chi sentiva già la vittoria in tasca.
Reduci dalla gioia provata per un simile risultato, quest’anno abbiamo probabilmente seguito con maggiore enfasi le “Olimpiadi 2020” sottoponendo così corde vocali e battiti a ulteriori prove. E anche questa volta ci sono state regalate grandi soddisfazioni grazie a giovani atleti arrivati a Tokyo con la voglia di regalare emozioni immense non solo a se stessi, alle famiglie che li hanno sostenuti negli anni, ai loro allenatori, ma all’Italia tutta.
Tramite i giornalisti, poi, abbiamo avuto anche l’opportunità di conoscere la storia di questi atleti, fatta di bullismo subìto, di malattie superate. Ed è così che scopriamo il loro essere eroi non per il risultato raggiunto nelle gare, quanto piuttosto per le traversie subite, comuni un po’ a tutti, e per la forza che hanno saputo impiegare per superarle e vincerle.
Ebbene, sicuramente è questa l’Italia che vorremmo sempre vivere e vedere. E non tanto o non solo per le stellette cucite sulla maglia dei calciatori o per le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo che saranno portate in Patria, pur non volendo affatto sminuire l’importanza di simili trofei.
La verità è che, soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo, non conta il numero di medaglie che l’Italia potrò vantare nel tempo.
È fondamentale il sano messaggio che questi campioni stanno trasmettendo ogni giorno ininterrottamente, da mesi oramai, alle giovani generazioni, sia con le loro vittorie, sia con le lacrime per il risultato mancato, sia con la capacità di affrontare le difficoltà, sia infine con la voglia di condividere i loro successi con compagni e non solo.
Messaggi che finalmente parlano della bellezza e della rinascita di tutti gli sport, dell’importanza del fare squadra, di una sana competizione, della necessità dell’impegno costante, della tenacia, del saper lottare per vincere ma anche, a volte, per saper perdere.
Stiamo assistendo finalmente ad immagini pure che risvegliano in tutti noi l’orgoglio di essere italiani, la voglia di essere uniti, coesi, solidali con chi vince o chi è sconfitto.
Un’Italia finalmente tinta di azzurro come dovrebbe sempre essere, non solo sui campi di calcio o negli stadi olimpici nipponici, ma anche nella vita quotidiana.
È questa l’Italia che vorremmo vedere sempre: un Paese che ci crede ancora. Perché lanciare messaggi positivi e costruttivi è un po’ come piantumare cento, mille alberi in questo mondo assetato di ossigeno e di buoni esempi.
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