Nuova minaccia di morte nel giro di due settimane al direttore generale del “Moscati”
Il commento del manager Renato Pizzuti: "Più che turbato sono amareggiato. Il 'consiglio' che mi viene dato di dimettermi, mi spinge a continuare a svolgere con immutato impegno l’incarico che mi è stato affidato"
Seconda minaccia di morte, nel giro di due settimane, al direttore generale dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, Renato Pizzuti. Se nel plico di cui fu data notizia ufficiale il 17 luglio scorso c’era una cartolina di Pisa con un proiettile calibro 7.65 ad essa incollato e parole come “infermieri, medici, pronto soccorso”, questa volta la lettera recapita presso la sede del “Moscati” conterrebbe una frase che recita più o meno così: “lei è un uomo morto, fa bene a dimettersi subito”.
Ma ripartiamo dall’ufficialità del comunicato stampa giunto nel pomeriggo di venerdì 30 luglio: “Più che turbato, sono molto amareggiato”. Così il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino, Renato Pizzuti , commenta la nuova minaccia fattagli pervenire, anche stavolta, attraverso una lettera anonima. “Premesso che una minaccia di morte è comunque e sempre da condannare – continua il manager -, nel mio caso, per il ruolo professionale che ricopro, appare del tutto spropositata. Confido nelle indagini in corso per individuare il responsabile di questi vili gesti. Ma al di là di tutto e proprio perché so di aver agito sempre in maniera seria, corretta e responsabile, non mi lascio intimorire. Anzi, il ‘consiglio’ che mi viene dato di dimettermi, mi spinge a continuare a svolgere con immutato impegno l’incarico che mi è stato affidato”.
Le indagini, anche su questa seconda lettera minatoria, sono affidate alla squadra mobile di Avellino. Dopo il primo plico la polizia ha ritenuto di dover attuare per Renato Pizzuti un regime di protezione speciale a tutela della sua incolumità.
Due settimane fa, dunque, il plico recapitato alla direzione strategica del Moscati. All’interno una cartolina con attaccato un proiettile calibro 7,65. Sul dorso frasi sconnesse, che facevano riferimento genericamente a “medici, infermieri e pronto soccorso”. “Saluti da Pisa”, sulla facciata principale. Ora questa nuova lettera e nuove minacce.
Due episodi inquietanti e gravissimi, mai vrificatisi prima. Minacce di morte in una particolare cornice contraddistinta da tensioni ed aspre polemiche legate al destino dell’ospedale Landolfi di Solofra ed al nuovo atto aziedale degli ospedali irpini riuniti “Moscati-Landolfi”. Una traccia che gli inquirenti non tralasciano .
E volendo citare Agatha Christie: “Una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze fanno un indizio, tre coincidenze fanno una prova!”
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