Il Re Tiranno (per voi giovani)
Chissà se mai si riusciranno a realizzare i viaggi nel tempo. Alcune teorie su tunnel spazio-temporali, buchi neri e meccanica quantistica, per il momento, lo ipotizzano soltanto. Certo è, che se si riuscisse – affrettatevi però, perché ho un’età – mi metterei subito in lista di attesa. E per quale periodo secondo Voi? Non lasciatevi fuorviare dal titolo. Il Re Tiranno non riguarda sovrani tipo Nerone o Caligola – imperatori, tra l’altro – né altri “macellai” (come li chiamava Ghandi) appartenenti al genere umano, di questi bastano gli esemplari ancora ai giorni nostri. No, mi riferisco invece, ai Grandi Rettili: i Dinosauri, e in special modo al predatore principe…che dico? il Re, di tutti quelli che hanno solcato la Terra nel Mesozoico: Il Tyrannosaurus Rex. Con le debite precauzioni mi sistemerei dietro un albero – pardon una felce gigante – per assistere, sicuramente estasiato e perché no: “percosso e attonito” al passaggio di uno di questi leviatani terrestri. Il “percosso” è per il tremore del terreno sotto i piedi, al passaggio di un simile carro armato da 10 tonnellate. Se poi si scontrasse con un triceratopo – il sauropode col tricorno e collare di ossa – allora sì che sarebbe uno spettacolo da “Carramba che Sorpresa!”.
E quanti ragazzi, che spero mi stiano leggendo, vorrebbero farlo – questo viaggio – con me? Mi sbilancio: tantissimi.
Tutto quello che riguarda avventura, mistero, fantasy e fantascienza ha accompagnato la mia giovinezza; perché i ragazzi di oggi dovrebbero essere diversi? Anzi, oggi sono maggiormente stimolati da media e tecnologia che diffondono storie ed effetti speciali sempre più sensazionali, ma permettetemi: esagerati e spesso inverosimili.
Cominciamo dunque questo viaggio, solo virtuale per il momento, e – proprio perché, idealmente lo voglio fare con i giovani – l’intero articolo lo dedico a loro corredandolo, in coda, di testi interessanti sia di scienze che di fantascienza e con un piccolo regalo, un racconto di Ray Bradbury preso dal web, dal titolo “Rumore di Tuono”… proprio quello che doveva produrre un simile bestione una volta che attraversava la foresta.
Bando a tassonomie, cronologie e sistemazioni evolutive – siamo in vacanza – al massimo solo un cenno sul periodo geologico; poi tutto rivolto a descrivere caratteristiche e curiosità che facevano di questo teropode: il killer più terrificante mai apparso sulla faccia della Terra.
(n.d.r.) Le notizie sono tutte di prima mano – niente Wikipedia – del paleontologo Steve Brusatte, di cui in coda indico il testo. Mi piace mettere sempre il riferimento preciso, per non essere sacrificato sull’altare dei tuttologi.
Quando e dove
Il Tyrannosaurus Rex è l’ultimo gradino evolutivo della storia dei dinosauromorfi. Compare nella loro evoluzione intorno ai 70 milioni di anni fa, mentre i primi archeosauri (i più antichi) risalgono all’inizio del Mesozoico 250 m.a.f. Come si può dedurre sono state tra le forme viventi più longeve nella storia della Terra – 150 milioni di anni – ed oggi se non fosse per il notevole rinvenimento di resti fossili, neppure riusciremmo a ipotizzare che simili sauri giganti siano davvero esistiti. Di discendenti però ce ne abbiamo e come, e rendono gradevolmente popolati i nostri cieli, e sono gli uccelli. Lo pterodattilo, l’Archaeopteryx del Giurassico (150 m.a.f.) – reso famoso tra i ragazzi dal cartone animato Pitt & Kantrop – è stato il primo volatile a solcare il cielo ed è il progenitore di tutti gli uccelli; che in realtà non sono altro che dinosauri teropodi – evoluti s’intende –.
I maggiori ritrovamenti di tirannosauri sono avvenuti in Nord America. Questo lascia supporre che la loro esistenza si svolgesse in un territorio che va dal Canada fino al Texas e il New Mexico. Probabilmente i primi esemplari nacquero in Cina e in Mongolia per poi attraversare lo stretto di Bering e spostarsi in America proseguendo lungo l’Alaska. La Mecca del “cercatore di ossa” è una formazione geologica particolare, composta di argilliti varicolori, che va dal Wyoming al Colorado, denominata Formazione Morrison. Il primo Re Tiranno rinvenuto in queste rocce avvenne ad opera del ricercatore Henry Fairfield Osborn. A lui si deve pure il nome di battesimo: Tyrannosaurus Rex (Re delle lucertole-tiranno). Il nuovo dinosauro fece scalpore in tutti gli Stati Uniti. Il New York Times lo definì “il più formidabile animale combattente mai esistito “. Amico d’infanzia del presidente Roosevelt, Osborn riuscì subito ad esporlo in bella vista all’American Museum di New York, dove per mesi divenne una celebrità, facendo il tutto esaurito.
Sottoponiamolo a interrogatorio
Quanto era grande, quanto mangiava, quanto cresceva, quanto correva, quanto campava? Tutte domande legittime per uno scienziato. Ma su ritrovamenti fossili vecchi di decine e centinaia di milioni di anni, non è mica facile. Oggi con le tecniche di tomografia assiale, simulazioni computerizzate, modelli tridimensionali, datazione al radiocarbonio, calcolo strutturale delle conformazione ossea è possibile con una soddisfacente approssimazione individuarne ogni caratteristica anatomica e funzionale.
Tanto per fare un esempio, sprovvisto di adeguate tecniche, Osborn datò il suo fossile vecchio di 8 milioni di anni, in realtà risaliva a 60 milioni, di anni prima.
Il Nostro era un carnivoro – il Top dei predatori – avvezzo alla carne fresca, e ne aveva tanta a disposizione. Dinosauri suoi contemporanei, per la maggior parte erbivori erano le sue prede abituali: Edmontosaurus a becco d’anitra, Ankylosaurus (tutto coperto di scaglie, tale da sembrare un carrarmato), il Pachycephalosaurus dalla testa tonda, erano i suoi pasti preferiti. Ma non disdegnava, all’occorrenza di combattere con il Triceratops cornuto (con una solida corazza attrezzata), l’Herrerasausus o il Velociraptor, predatori anch’essi, ma di taglia più piccola – i Velociraptor erano quei dinosauretti che nel film Jurassic Park insidiano il ragazzi rifugiatisi nel laboratorio –.
E quanta ce ne voleva di carne per saziarli? Come tanti monarchi, il Rex era un ingordo. Basandosi sulla quantità di cibo assunto dai predatori viventi, gli scienziati hanno calcolato quanto ne occorreva a un T. Rex adulto per sopravvivere. Le stime fanno venire la nausea. Se il T. Rex aveva un metabolismo da rettile, gli occorrevano 5,5 chili di costolette di Triceratopo al giorno. Ma dal momento che si ritiene che fossero a sangue caldo come noi, il fabbisogno fa prevedere che ce ne volessero circa 111 di chili di “fettine di primo taglio”.
E quanto era grande? Diciamo subito che anche se erano in cima, come dimensioni, a tutti i dinosauri carnivori del cretacico – l’ultimo periodo dell’Era Mesozoica – milioni di anni prima Il Brontosaurus e il Brachiosaurus – dinosauri erbivori a collo lungo – ne avevano strappato il primato in termini di grandezza, con le loro quasi 20 tonnellate di peso e un collo lungo oltre i 20 metri. Il T. Rex, da adulto, si accontentava delle sue sette-otto tonnellate di peso, con un collo più tozzo, ma in compenso più robusto e muscoloso. La lunghezza: dalla testa alla coda si aggirava intorno ai tredici metri. Il cranio misurava circa un metro e mezzo dalla punta del muso all’orecchio. Oltre cinquanta denti affilati come coltelli e lunghi quanto chiodi da ferrovia componevano il sorriso che certo non doveva essere rassicurante per qualunque tipo di contendente. Impressionante il morso assestato da una simile tenaglia, una volta chiusosi sulla preda. Da simulazioni effettuate in laboratorio si sono calcolate pressioni prossime ai 13.400 newton equivalenti a circa 1360 chili. Per fare improponibili paragoni, i denti posteriori di un morso umano arrivano al massimo a 80 chili e quello di un leone africano a circa 450. L’unico animale terrestre moderno che si avvicini alla potenza del morso di un T. Rex, è l’alligatore. Il T. Rex, oltre a mordere con una forza tale da bucare le ossa della preda, strappava via la carne, con una tecnica che i paleontologi hanno denominato puncture-pull – una sorta di mordi e tira – come si riscontra dalle profonde striature lasciate sui reperti fossili delle loro vittime e in qualche caso anche di denti lasciati incastrati nelle ossa stesse.
E quanto era veloce? Il computer fa il suo incantesimo: sottopone il modello simulato a ogni tipo di routine ginnica e calcola con un certo grado di approssimazione quant’era veloce l’animale. Il T. Rex, diciamo subito non era velocissimo. Le sue dimensioni gli davano un punto di svantaggio nel rincorrere. Ad esempio: nell’inseguire una preda più veloce perché più piccola, come un Velociraptor. Voltandosi velocemente nella corsa, correva il rischio di cappottarsi come un camion che svolta a velocità troppo elevata. Tornando a Jurassic Park, c’è la famosa scena in cui il tirannosauro, assetato di sangue umano, insegue una jeep che scappa a tutta velocità. Non credete alla magia del cinema: ingranata la terza l’auto avrebbe fatto mangiare la polvere a un vero T. Rex. Certo era più veloce di un uomo ma non di un cavallo da corsa o di un’auto che procede su una strada extraurbana. In compenso, aveva un vantaggio, si è calcolato che potesse ricorrere a lungo, sfiancando la preda. E perché? Aveva un sistema di respirazione che poteva sostenere per lungo tempo la richiesta di picchi di energia. I polmoni dei dinosauri erano simili a quelli degli uccelli di oggi. Mantici rigidi ancorati alla colonna vertebrale capaci di estrarre ossigeno dall’aria, sia quando l’animale inspirava sia quando espirava. Diversi dai nostri polmoni che nell’espirazione espellono solo anidride carbonica. Una scorta continua, quindi, di corroborante ossigeno. Se vi siete mai chiesti come fanno certi uccelli a volare a migliaia di metri di quota, nell’aria rarefatta – dove noi faremmo fatica già solo a respirare – ora sapete qual è la loro arma segreta.
Ma era intelligente? Le scansioni tomografiche ci dicono molto del nostro investigato. Per prima cosa, il Rex aveva un cervello peculiare. Non somigliava per niente al nostro, era più una specie di lungo tubo circondato da una fitta rete di seni. Era un cervello relativamente grosso per un dinosauro, possibile indizio di una certa intelligenza. Esiste un metodo di misurazione molto diretto, per gli scienziati, per confrontare in qualche modo l’intelligenza di animali diversi. Si chiama “quoziente di encefalizzazione” (QE). In poche parole è la proporzione tra le dimensioni del cervello e quelle del corpo. Capite che la quantità di massa cerebrale non è sinonimo di intelligenza se non è correlata alla stazza dell’animale. Un elefante ha un cervello più grande del nostro ma non per questo lo rende più intelligente. Il QE di un T. Rex si aggirava intorno a 2 e 2,4. L’uomo totalizza 7,5, i delfini tra 4 e 4,5, le scimmie tra 2,2 e 2,5, i cani e i gatti tra 1 e 1,2, i topi arrancano intorno allo 0,5. Basandoci su questi dati possiamo dire che il T. Rex era intelligente pressappoco quanto una scimmia e più di un cane e di un gatto.
Un cenno agli organi di senso. Per quanto riguarda olfatto udito e vista, questi organi dovevano essere ben sviluppati. Si deduce dalla grandezza delle cavità all’interno della calotta cranica. Insieme ai dinosauri rapaci avevano in proporzione, bulbi olfattivi enormi, e perciò un olfatto sensibilissimo, rispetto agli altri carnivori. I canali semicircolari nella parte superiore dell’orecchio interno erano lunghi e intrecciati come un brezel. Una coclea rivolta verso il basso e allungata più che nella maggior parte dei dinosauri. Negli animali viventi c’è una relazione strettissima tra dimensioni della coclea e la capacità dell’udito specie per quanto riguarda le basse frequenze. In altre parole, il Rex aveva un orecchio molto fine. Per quanto riguarda la vista: le sue enormi pupille erano rivolte in parte sui lati, in parte in avanti e questo significa che l’animale aveva una vista binoculare. Come noi, vedeva in tre dimensioni e percepiva la profondità. C’è un’altra scena in Jurassic Park in cui qualcuno consiglia agli umani spaventati a morte di rimanere immobili per non farsi notare dal T. Rex. Fesserie: un vero T. Rex che percepiva profondità e odori impercettibili, si sarebbe pappato quei poveri disinformati in un boccone.
E quanto vivevano? Il T. Rex, James Dean e Jim Morrison, hanno tutti e tre qualcosa in comune: vivevano al massimo, morivano giovani. La prova, come d’altronde tutto il resto, è custodita nelle ossa. Il loro accrescimento lasciava degli anelli concentrici a sviluppo annuale testimoniando il passaggio estate-inverno. Non ne sono stati riscontrati in successione più di trenta. E qui si manifesta un’altra eccezionalità: la rapidità della loro crescita. I dinosauri erano ovipari. Quello di dinosauro non era più grande di un Uovo di Pasqua da due chili. Con questi dati si è riuscito a calcolare quanto cresceva il T. Rex in un anno. 760 chili in dodici mesi. Due chili al giorno! Non otterrebbe miglior risultato nessun omogeneizzato supervitaminizzato di oggi. Il loro modo veloce di crescere li avvicinava più a quello agli uccelli che a quello degli iguana, loro parenti prossimi. Una precisazione sulla loro ulteriore comunanza agli uccelli: sulla spessa pelle, il T. Rex aveva un rado piumaggio, minuto ma diffuso su tutto il corpo.
Qui termina il nostro rapido sguardo alla vita e ai tempi del più famoso dinosauro della storia. Tutto lascia presumere che il T. Rex avesse già raggiunto un incredibile traguardo evoluto. Ma avrebbe potuto spingersi oltre, se solo si fossero mantenute le condizioni perché ciò avvenisse? E i mammiferi, da cui discendiamo, si sarebbero sviluppati ed evoluti allo stesso modo, preparando la nostra comparsa sulla Terra? E’ un quesito che mi ha sempre intrigato, specie quando vedo quei film tipo Guerre Stellari dove in un bar di una stazione di servizio interstellare, si incontra un alieno con la testa da Dinosauro, magari dal Becco ad Anitra.
Ah, dimenticavo manca il finale della loro fine…….. insomma mi avete capito. Nella prossima puntata parleremo della loro estinzione. Come diceva Montesano deve essere stata “n’Apocalisse “!
Buone Vacanze!
Il racconto:
http://www.chiaramicheli.it/rumore-di-tuono-racconto-fantascientifico-di-ray-bradbury-1952/
I testi:
Dinosauri – Ray Bradbury ed. Oscar/Mondadori
Strage nel Cretaceo – AA. VV. ed. Urania/Mondadori
Dinosaurium – Il Grande Libro dei Dinosauri – Lily Murray ed. Rizzoli
Dinosauri. Misteri svelati e nuove incognite – AA.VV. ed. De Vecchi
Ascesa e caduta dei Dinosauri – Steve Brusatte ed. DeA Planeta Libri
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