Piano di zona, lo scandalo continua: il capoluogo impedisce la nomina piena del Cda
Continua lo scandalo delle politiche sociali bloccate nel Piano di Zona con Avellino capofila. L’ostruzionismo del comune capoluogo ha fatto di nuovo venir meno il numero legale per la elezione dei membri mancanti nel Cda dell’azienda consortile. I sindaci degli altri comuni d’ambito parlano di comportamenti vergognosi che penalizzano i cittadini e chiedono l’intervento della Regione
Uno spettacolo indecente. Assistere a quello che avviene nel piano di zona di Avellino, l’ente d’ambito che dovrebbe occuparsi di assicurare i servizi sociali a una platea di centomila persone, residenti nei sedici comuni che vi aderiscono, è mortificante.
Va a vuoto la terza assemblea dei sindaci consecutiva, convocata per completare il Cda dell’azienda consortile. Ancora una volta su direttiva del sindaco Festa la delegata del comune di Avellino Jessica Tommasetta, pur presente a palazzo di città, fugge assieme ai rappresentanti di Petruro, Tufo e Altavilla, facendo cadere il numero legale.
Ci interessa poco ora sottolineare il comportamento antidemocratico di Gianluca Festa, la caccia alle poltrone, le beghe politiche: quello che disgusta è sapere che questo atteggiamento penalizza le fasce deboli della popolazione, anziani, disabili, ragazzi, famiglie in difficoltà economica che si ritrovano con pochi servizi di sostegno e scadenti, organizzati da cooperative fuori controllo, che non rendicontano bilanci e attività, senza un direttore generale competente nel settore, dove si fanno assunzioni con la pala di personale senza che sia formato, senza continuità nè stabilizzazione, a uso e consumo delle diverse campagne elettorali, come gli ultimi cinquanta assunti dopo le ultime elezioni regionali.
E così tutti gli altri sindaci sbottano e chiedono ancora una volta l’intervento della regione, per sciogliere l’ambito e staccarsi da Avellino, l’origine di tutti i mali del piano di zona: laddove il sindaco Festa continua a dire che i servizi funzionano alla grande e che dall’altra parte si giocano operazioni carbonare sulla pelle dei cittadini, smentito, come troppo spesso gli accade, dai fatti (ricordiamo che l’azienda consortile, costituita a dicembre scorso, non ha ancora prodotto un atto; non sono stati appaltati i servizi della programmazione 2018 quando siamo nel 2021, e non c’è uno straccio di progettazione sulla programmazione 2019).
Nel video le interviste ai sindaci di Roccabascerana, Cervinara, Capriglia e Torrioni
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