In ricordo di Saverio Matrangolo, professore di storia e filosofia, maestro di vita

Domani, 7, alle ore 19 presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, sarà finalmente possibile salutare il Prof. Saverio Matrangolo, come Egli, fervente cattolico, avrebbe voluto.

A me piace salutarlo così:

I miei ricordi di Saverio Matrangolo, il Professore per antonomasia, risalgono all’immediato dopo-guerra.

Io avevo compiuto da poco i sei anni e lui ne aveva 20; bel giovane, elegante nel vestire e nel portamento, signorile, con la voglia matta di esorcizzare quel tremendo periodo di cui erano evidenti i segni negli uomini e nelle cose.

Lo rivedo e lo riascolto mentre suona la fisarmonica nel cortile di casa, a Santa Lucia di Serino, un piccolo borgo rurale, con una grande storia. Non è solo perché lo accompagna mio cugino Nino, quasi coetaneo; hanno in comune la simpatia, l’ironia, il perenne sorriso sulle labbra.

Quella musica resterà il filo conduttore, la colonna sonora di una Persona che si afferma nella vita per impegno, serietà, amore – quello vero – per lo studio e la cultura.

Poco meno di due anni fa, il caso mi riporta sulle sue tracce perché abitiamo entrambi ad Avellino a poche centinaia di metri di distanza. Chiedo ad Isa di poterlo riabbracciare ed è un’emozione fortissima incontrarlo insieme all’inseparabile moglie, donna di rara sensibilità e discrezione.

La vista lo ha quasi abbandonato, ma gli basta percepire la mia presenza e sentirlo parlare, col garbo di sempre, e quella voce pacata mi riporta a 75 anni prima ed è ancora musica per le mie orecchie.

Ricordi, flash vivissimi, ma tanti temi interessanti ed attuali: i giovani, il fenomeno della droga, la famiglia e la scuola, il rapporto tra fede e ragione, il ruolo della politica, l’importanza della storia e della filosofia.

Torno spesso “a lezione” ed invidio quei fortunati ragazzi che si sono formati sotto la sua guida.

Perché lui è stato professore ordinario di storia e filosofia al Liceo Scientifico “Pasquale Stanislao Mancini” ed al Liceo Classico “Pietro Colletta”, i due templi della Buona Scuola di Avellino, ed i suoi alunni lo ricordano con affetto e simpatia, per la profonda umanità, lo spiccato senso dell’autoironia e la capacità di rendere semplice una materia decisamente ostica. Ed è stato Preside dell’Unione Cattolica Italiana degli Insegnanti Medi (UCIIM) e Presidente Regionale dell’Istituto Regionale per la ricerca Sperimentazione e Aggiornamento Educativo (IRRSAE), ha partecipato a numerosi convegni fino a diventare Dirigente Scolastico.

Ma per me resta quel giovanotto affascinante che suona la fisarmonica nel giardino di casa.

Ciao Saverio e grazie per quello che ci hai dato.

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