“La ricerca della felicità” (gli studenti del Dorso di Avellino e il dibattito filosofico)
Questo è il racconto di un’esperienza formativa assolutamente singolare, iniziata sei anni fa ad Avellino con largo anticipo rispetto ad altre realtà nazionali e tuttora in corso. Vorrei farvene partecipi anche attraverso la condivisione di alcuni documenti originali che ne testimoniano in maniera significativa una seppur minima parte del percorso. Trattandosi di un work in progress, non saprei, oggi come oggi, tracciare con certezza la direzione che prenderà l’esperimento. Quello che è certo è che, a partire da una mia iniziativa che poteva apparire anni fa velleitaria e avveniristica – lo svolgimento di laboratori di Filosofia dialogica presso l’ITT ‘Dorso’ di Avellino con la partecipazione di studenti impegnati nell’istruzione tecnica – si è sviluppato oggi un interesse condiviso in prestigiose sedi universitarie come l’Alma Mater studiorum di Bologna e altri centri di ricerca. Ma quel che è ancor più sorprendente è l’interesse recentemente dimostrato sull’argomento dal MIUR, che notoriamente è molto cauto in questo campo, e ora si appresta ad emanare norme specifiche per dare inizio nei prossimi anni ad una sperimentazione ufficiale dell’estensione dell’apprendimento della Filosofia nelle scuole secondarie superiori ad indirizzo tecnico e professionale. Del resto, era una palese ingiustizia privare tanti giovani di un’esperienza così formativa qual è quella della riflessione filosofica soltanto perché non seguono un corso di studi ad indirizzo umanistico.
In questi ultimi decenni, a partire dall’appello di Jacques Derrida negli anni ’90, si è discusso con insistenza nei circuiti di ricerca della sussistenza di un vero e proprio ‘diritto alla filosofia’ da riconoscere ad ogni uomo, anche privo di specifici prerequisiti culturali. Teoria questa elaborata in particolare nel Convegno organizzato nel 2015 da Amica Sofia in collaborazione con l’Università di Venezia ‘Ca’ Foscari’ sul tema: “Il diritto alla Filosofia. Quale Filosofia per il terzo millennio?” Si è quindi compreso che va definitivamente superato il vecchio retaggio dell’impostazione storicistica che ha dominato i Programmi scolastici in uso negli studi superiori in Italia a partire dalla Riforma Gentile del 1923, realizzata in clima idealistico; impostazione che adesso va gradatamente attenuandosi alla luce dei radicali cambiamenti culturali adottati in direzione di un’auspicata congiuntura tra umanesimo e tecnologia.
Ciò premesso, vale la pena di dare un’occhiata a questo report che descrive in parte le attività svolte ad Avellino nell’anno scolastico 2016/17.
Chi, nei momenti più tormentati della propria vita, non si è chiesto cosa sia la felicità e dove essa risieda? Da alcuni anni hanno provato a farlo gli studenti della IV D dell’ITT “G. Dorso” di Avellino, attraverso un laboratorio di filosofia dialogica sul tema ‘Filosofia e Felicità’, ideato dal Prof. Giovanni Di Luise – referente del progetto – e condotto dalla prof.ssa Mirella Napodano, esperta di Filosofia Personalista e Dialogica, già presidente nazionale di Amica Sofia ed ora coordinatrice del Comitato Scientifico e della Sezione campana della stessa associazione. È un esperimento didattico quanto mai inno¬vativo, a dir poco rivoluzionario, in quanto destinato agli studenti di un Istituto Tecnico che non prevede, tra le discipline curricolari, l’insegnamento della filosofia. Una grave mancanza poiché, come ha dichiarato in un’intervista il filosofo italiano Remo Bodei, “quello che è più urgente in Italia è in¬trodurre l’insegnamento della filosofia all’interno della Scuola Secondaria Superiore, a tutti i livelli, perché questa rappresenta la fase in cui i giovani sono alla ricerca di un orizzonte di comprensione delle cose. In questa fase critica della loro vita, in cui l’angoscia per l’orientamento nell’esistenza e la ricerca di senso si fanno più grandi, la filosofia giunge opportuna: è il momento in cui si lega a dei bisogni che sono propri di una particolare età”. Dello stesso parere è Giovanni Di Luise, il quale ha precisato che “l’iniziativa parte dall’idea che la filosofia sia imprescindibile, in quanto capace di interconnettere metodi e risultati delle singole discipline. Noi non possiamo preparare i ragazzi ad un futuro difficilmente prevedibile, ma possiamo metterli in grado di affrontare le sfide che si troveranno di fronte con un atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico. Ecco perché abbiamo avviato un percorso, mettendo in crisi le loro certezze e abituandoli a non dare nulla per scontato”. Al termine dell’incontro formativo con i discenti della IV D, la prof.ssa Napodano si è mostrata entusiasta per il positivo riscontro degli alunni. “Docenti e studenti – ha affermato – sono stati co-protagonisti di un comune itinerario di ricerca, ricco di confronti e di collegamenti con l’attualità.” Soddisfatto anche il Dirigente scolastico Carmine Iannaccone, che ha sottolineato il carattere di sfida di tale iniziativa, finalizzata a valorizzare la dimensione pluridisciplinare dei saperi. “Coltiviamo la speranza – afferma il Dirigente – di poter proseguire questa lodevole esperienza, magari allargandola ad altri soggetti”.
La filosofia è ricerca di verità. Ma uno dei compiti fondamentali dell’euristica filosofica riguarda l’individuazione di mezzi e strumenti per raggiungere la felicità. Agli studenti della IV D e ai giovani tutti, auguriamo di inseguire e cercare sempre e ovunque la felicità, anche quando ciò possa apparire un’impresa ai limiti dell’impossibile.
Porsi l’obiettivo di perseguire la felicità, come si evince da questa relazione redatta al termine del progetto che qui ho integralmente riproposto, potrebbe sembrare trop¬po ambizioso in questi tempi ‘sospesi’ di dilagante pandemia, ma è pur sempre significativo che i ragazzi abbiano collegato, in passato, l’esperienza della cooperazione emotivo-cognitiva compiuta nei laboratori di filosofia dialogica con un approccio relazionale ‘felicitante’.
Il Progetto di Filosofia dialogica Creature variopinte©, che – come apripista in Italia – stiamo realizzando da alcuni anni presso questo Istituto, si pone oggi in linea con la normativa delle vigenti Indicazioni Nazionali per i Licei e dei Regolamenti degli Istituti Tecnici e Professionali, nonché con la Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. L’intento di questi documenti è, infatti, quello di avanzare proposte per declnare al meglio l’apprendimento della filosofia nella Scuola Secondaria di secondo grado, tanto nei licei quanto in altri indirizzi nei quali la filosofia può essere inserita come disciplina opzionale, in risposta ai bisogni formativi delle nuove generazioni e alle richieste della società contemporanea. La risoluzione ONU approfondisce in particolare la relazione tra filosofia e cittadinanza attiva, estendendola alla promozione della cultura filosofica, intesa come sviluppo dell’attitudine dello studente alla problematizzazione della realtà, del vissuto emotivo e affettivo, trascendentale e religioso, etico ed estetico, nonché alla comprensione critica del sapere scientifico, matematico e tecnologico, politico e giuridico/sociale.
Già posta da Lyotard al centro del sapere postmoderno, la filosofia nella società della conoscenza fa delle competenze i pilastri della cultura della “rete” ma – per realizzare l’unità nella diversità che conduce al nuovo Umanesimo – necessita di chiavi di volta da rintracciare all’interno del curricolo umanistico. Ė in tale ottica che si pone questa mia collaborazione volontaria presso l’Istituto Tecnico Tecnologico ‘Guido Dorso’ di Avellino, con l’intento di sperimentare la metodologia di Filosofia dialogica Creature variopinte in una situazione scolastica e in un’organizzazione didattica in cui l’apprendimento della filosofia non è compreso nel piano degli studi. Del resto, le finalità della formazione tecnica non vanno identificate con un orizzonte culturale parcellizzato e di ordine strettamente pratico-esecutivo, ma indirizzano ad un modello di professionista riflessivo e proattivo, in grado di spendere le proprie competenze in azione, coerentemente col contesto produttivo in cui si troverà ad operare. D’altro canto, la riflessione filosofica promossa in Amica Sofia fin dai tempi del compianto Bruno Schettini, filosofo e pedagogista, dottore in Metodologia delle Scienze relazionali, risiede nella sua concezione dell’educazione come pratica di libertà, sempre in costruzione nello svelamento continuo di ciò da cui esplicitamente e/o occultamente dipendiamo. Ai suoi studenti dell’ateneo di Napoli e a noi amici ricordava sempre che resistere è un dovere politico ed etico: un dovere di cittadinanza. Parole che oggi appaiono di un’attualità quasi profetica.
Per i fautori del dialogo, la filosofia si traduce in un’attività fondamentalmente prassica (non pragmatica) che converte la riflessività in un’azione pratica, operativa, trasformatrice, tale da agire nella concretezza della quotidianità. Peraltro, nell’attuale scenario strategico della didattica per competenze, il diritto all’accesso alla filosofia – che riteniamo appannaggio di ogni persona – è strettamente connesso al diritto al successo formativo dello studente. Si può affermare perciò che la centralità degli studi umanistici (Humanities) rappresenta la risposta più esauriente all’istanza di competenze per l’apprendimento permanente e l’esercizio della cittadinanza attiva, che non sono certo esauribili nella sola innovazio¬ne tecnologica. Ė quindi con piena convinzione che in questi anni abbiamo dato vita alla sperimentazione di Filosofia dialogica presso l’ITTS ‘G. Dorso’ di Avellino, in perfetta condivisione di intenti con l’attuale D.S. Gabriella Pellegrini, introducendo le attività sperimentali in orario curriculare in alcune classi del triennio.
Ma forse è il caso di lasciare la parola agli studenti:
A. M. Negli anni precedenti, guidati dalla Dirigente Mirella Napodano, abbiamo dato vita a diver¬si percorsi e progetti in ambito filosofico. Il tutto è stato realizzato per sviluppare l’educazione alla cittadinanza, trattando svariati argomenti che ci hanno portato a riflettere molto. Abbiamo sviluppato, in base a ciò, un pensiero critico sulla realtà che ci circonda, anche analizzandola in modo indiretto attraverso miti e avvenimenti del passato. Per quanto mi riguarda, è stata un’esperienza life-chan-ging, poiché mi ha abituato a vedere e vivere tutto con occhi diversi e immergermi nei particolari, come avvenuto in aula, ma anche attraverso uno schermo durante la DAD. Ci auguriamo anche quest’anno di poter continuare il nostro percorso ed esaminare sempre più aspetti con l’aiuto della Preside Napodano e del Prof Di Luise. Concludo con l’auspicio di rivederci presto, e soprattutto di ritornare tutti insieme “in cerchio in aula”.
F. D. L’attività di filosofia dialogica ci ha permesso di comprendere, attraverso la lettura collettiva e la conversazione, l’importanza e il valore del dialogo e del confronto. Un elemento particolarmente significativo del dialogo filosofico è la possibilità di garantire che tutta la classe possa esprimere le proprie opinioni e fare domande, concentrandosi sugli argomenti in discussione. Inoltre, la filosofia dialogica consente di ampliare le proprie conoscenze attraverso la realizzazione di collegamenti di grande attualità.
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