Concia, devastante aumento dei prezzi di tutte le materie prime
Dalle pelli grezze ai prodotti chimici, rischia di pregiudicare la ripresa del comparto a partire da Solofra. Parliamo di oltre 200 aziende e di almeno 2mila addetti
Un indifferenziato e generalizzato aumento di tutte le materie prime rischia seriamente di pregiudicare le prospettive di ripresa del comparto conciario. I fattori sono molteplici: dal prezzo del petrolio, tornato ai livelli pre – covid, al blocco dei container che ha quadruplicato il costo dei trasporti nel corso degli ultimi tre mesi. Come analizzato da Confindustria in collaborazione con Prometeia, il rincaro delle materie prime è un fenomeno che, dall’ottobre 2020, sta riguardando l’intera filiera e appare destinato a proseguire.
In base all’indice dei prezzi elaborato dal Servizio Economico UNIC – Concerie Italiane, pelle grezza e prodotti chimici sono entrati in una fase di pressione estremamente sostenuta. La pelle grezza negli ultimi mesi ha visto i suoi listini aumentare in modo generalizzato, con picchi che raggiungono anche il 35 per cento, a fronte di concerie con lavoro bloccato e clienti che hanno diminuito in modo sostanziale la domanda. Allo stesso modo, i produttori di ausiliari chimici hanno avviato un generalizzato programma di significativi rialzi, mediamente del 15 per cento, dei listini su tutta la gamma di ausiliari conciari.
Secondo Confindustria molti rialzi avranno effetti di medio termine. Altri prezzi, trainati dal petrolio, si normalizzeranno nel corso del 2021. Un quadro a tinte fosche anche per il più antico distretto industriale irpino, quello di Solofra, che conta circa duecento aziende con almeno 2000 addetti da oltre un anno in cassa integrazione a rotazione. Le concerie solofrane, mediamente, hanno perso dal 30 al 60 per cento del fatturato nell’ultimo anno. Banale considerare che dinanzi al perdurare di questa impennata dei prezzi delle materie prime rischierebbero di trovarsi fuori mercato e di perdere il treno della ripresa.
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