Il Covid spreme i cittadini: pressione fiscale al 52% e redditi in picchiata

I dati Istat relativi al quarto trimestre 2020 sono preoccupanti.L'incremento è connesso al vertiginoso crollo del Pil, ancor più esasperato dalla pandemia

Nel quarto trimestre del 2020 sale la pressione fiscale nel Paese. Secondo i nuovi dati Istat infatti, il rapporto percentuale fra Pil e la somma di imposte dirette e indirette, nonché dei contributi sociali è arrivato a toccare la soglia monstre del 52% . Dato significativo: il più alto dal 2014 ed in crescita di 1,3 punti rispetto ai 50 e rotti dello stesso periodo dell’anno 2019. Gli economisti hanno subito puntato il dito contro il crollo del Prodotto interno lordo a causa della pandemia; tanto è vero che se si prendesse in cosiderazione tale periodo il Pil nel quarto trimestre ha avuto una contrazione del 6,6% mentre su base annua un calo del -8,9%. Analizzando complessivamente il 2020, la pressione fiscale si è attestata intorno al 43%, con un +0,7% in relazione all’anno precedente.

Non solo tasse sempre pìu pesanti ma a preoccupare i cittadini ci si mette pure la diminuzione delle entrate: secondo l’Istat, ” il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il recupero del terzo trimestre, un nuovo calo che si è tradotto in una riduzione del potere d’acquisto”.  E conseguenzialmente una discrepanza fra reddito basso e “gabella” da elargire, con un potere d’acquisto diminuito del 2,1%, ha ridotto di un altro punto percentuale i consumi ( fonte Confesercenti,ndr). L’economia interna italiana dunque, prosegue la sua lacerante e  agoniosa discesa.

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