Lorenzo – La scuola non è un film
– di Anna Carmen Lo Calzo –
“Lorenzo, sbrigati, sono già tutti online, aspettano solo te! Ogni mattina la stessa storia!”.
Margherita è mamma di 4 ragazzi, tutti maschi. I primi tre sono nati a distanza ravvicinata, dono del suo desiderio di diventare madre e dell’entusiasmo di un marito complice, nato per fare il padre. Oggi ha due ragazzi teen-agers, uno studente universitario e un bimbo di 7 anni, Lorenzo, il cucciolo della famiglia. La pandemia ha creato uno sconvolgimento piuttosto importante all’interno del nucleo, ma Margherita si sofferma su Lorenzo, unbimbo decisamente speciale. Venuto al mondo quando mamma e papà, in modalità “pause”, si presero un momento sabbaticodall’intenso lavoro, Lorenzo ha sempre pensato di essere arrivato per sbaglio in quella famiglia iperattiva e ipertecnologica che sembra non appartenergli. Margherita lavora da sempre insieme al marito, hanno un’agenzia immobiliare a Torino. Nonostante il virus, non si fermano mai, non hanno orari, entrano ed escono da casa e dall’ufficio a intermittenza e lo smartphone non li abbandona nemmeno quando si ritrovano in camera da letto, a ore piccole inoltrate. Sono entrambi “always on”, sempre connessi, sempre reperibili, perché lavorano a livello internazionale. La rete di contatti coltivati negli anni ha generato business in tutto il mondo e non è bastata la pandemia a far crollare completamentela richiesta di dimore, anche quelle di loro proprietà, negli USA, in Sardegna, alle Baleari. Margherita è una mamma multitasking: può fare di tutto, può essere con la mente e con il corpo in spazi, luoghi e dimensioni diverse, a prova di teletrasporto! Mi offre un caffè e mi racconta: “Lorenzo fa fatica a stare concentrato davanti al computer durante le ore di “didattica a distanza”. In realtà la rifiuta totalmente e ogni mattina si connette in ritardo. Un dramma, un disagio inspiegabile. Abbiamo dovuto rivolgerci auno specialista perché nemmeno i suoi fratelli sono riusciti ad aiutarlo”. Lorenzo è il simbolo di tutti i bambini condannati alla vita scolastica virtuale che li sta limitando nelle fasi più delicate della crescita emotiva e intellettiva. I bambini hanno spirito di adattamento, ma anche senso critico derivante dalla loro ingenuità. “Mamma, ma perché voi grandi riuscite a raggiungere Marte, a videochiamare in Australia, a guardare i film sul cellulare, a comprare la spesa dal telefono, ma non riuscite ad uccidere il virus? Io voglio stare in classe con la mia maestra e con i miei compagni. Non voglio vederli in un video. La scuola non è un film”.
Margherita mi confessa che non ha saputo rispondere a questo inquietante sfogo di suo figlio, ma la psicoterapeuta sì. La pandemia è stata la ciliegina sulla torta di una società già trasformata e poco a misura di bambino. Lorenzo, ancor prima dei lockdown, alla sua tenera età, si poneva già molte domande di fronte ai genitori assorbiti dagli strumenti tecnologici, inghiottiti dalla “smartlife”, sfiniti dalla necessità di esserci sempre, ovunque e comunque, non importa come, grazie ai device. Ho parlato con lui mentre la madre si è chiusa in una stanza per rispondere alla ennesima videocall. L’ho provocato, perché ho capito di avere a che fare con un bambino particolarmente intelligente e con una sensibilità d’altri tempi. Mi ha detto: “Mamma e papà sono due bravi genitori, si stancano tanto, lavorano tanto per far funzionare tutto. Mi hanno sempre detto di non stare troppo tempo al tablet, ma tanto a me non piace molto. Quando proviamo a fare un gioco di società, siccome bisogna leggere le istruzioni, finiamo sempre per accendere la tv. Io non ci credo che devono sempre fare tutto con il telefono o con il tablet. Io non voglio essere come loro. Adesso la maestra è dietro allo schermo e se mi giro vedo la mamma che parla attraverso un altro pc. Ma quanto manca alle vacanze?”
Forza Lorenzo, non smettere di credere che davanti e dietro allo schermo ci sono i cuori delle persone, l’amore della tua mamma, i gesti della tua maestra e quelli dei tuoi compagni. La scuola è il tuo futuro, tieni duro. Non mollare!
I commenti sono chiusi.