Una lettera all’Asl e l’editoriale di Aldo Moro sul bene che non fa notizia
Ho cercato e trovato, grazie a Internet, un editoriale che Aldo Moro scrisse per “Il Giorno” nel gennaio 1977 e che apparve sotto il titolo “Il bene non fa notizia”. Ne trascrivo i due passaggi che maggiormente mi colpirono tanti anni fa, quando ero un giovane cronista. Eccoli.
Il primo: “… Si può dire anche oggi, malgrado tutto, che la realtà sia tutta e solo quella che risulta dalla cronaca deprimente, e talvolta agghiacciante, di un giornale? Certo. Il bene non fa notizia. Quello che è al suo posto, quello che è vero, quello che favorisce l’armonia è molto meno suscettibile di essere notato e rilevato che non siano quei dati, fuori dalla regola, i quali pongono problemi per l’uomo e per la società. Ma questa ragione, per così dire, tecnica, questo costituire sorpresa, questo eccitare la curiosità non escludono certo che, nella realtà, (…) ci sia il bene, il bene più del male, l’armonia più della discordia, la norma più dell’eccezione…”.
Il secondo passaggio: “… Il bene, anche restando come sbiadito nello sfondo, è più consistente che non appaia, più consistente del male che lo contraddice…”.
Mi sono ricordato del “bene che non fa notizia” leggendo e rileggendo la lettera di ringraziamento al direttore generale dell’Asl di Avellino, Maria Morgante, inviata dai figli (residenti in diversi luoghi d’Italia) di una anziana donna di Gesualdo, ricoverata per Covid al “Frangipane” di Ariano, “miracolosamente” guarita dopo 50 giorni di degenza e di amorose cure.
Il bene “deve” far notizia, specialmente quando la cronaca quotidiana del Virus ci restituisce le storie drammatiche di tanta gente strappata alla vita, o episodi di omissioni, indifferenze, addirittura di speculazioni sul sacrificio di chi da un anno ormai è impegnato in trincea in questa difficilissima guerra contro il Covid.
Da qui la nostra scelta di pubblicare, nello spazio dell’editoriale di oggi, e con il richiamo allo scritto di Aldo Moro di 44 anni fa, la lettera di ringraziamento semplice, genuina, vera dei figli della signora guarita. Eccola.
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Egregio Direttore Generale dell’Asl di Avellino,
Mi rivolgo a lei (anche a nome dei miei fratelli e delle mie sorelle), per permettermi di ringraziare pubblicamente i medici, i paramedici, gli infermieri, la meravigliosa Caposala e tutti coloro che operano nel Reparto di Rianimazione Covid dell’Ospedale Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino. Questa splendida equipe ha curato mia madre, E. F., originaria di Gesualdo (AV), per ben 50 giorni, tra terapia intensiva e corsia. L’alta professionalità, la disponibilità, la sensibilità e la gentilezza dimostratele, durante la sua degenza, ci hanno commossi. Mai, a me, ai miei fratelli ed alle mie sorelle, residenti in diverse regioni d’Italia è mancata la Loro solidarietà. Solidarietà espressa attraverso chiarimenti sulle varie fasi della malattia, video-chiamate e incoraggiamento a sperare, anche quando sembrava impossibile credere in una guarigione. Questa guarigione, tanto sospirata, alla fine è arrivata ed è stata sicuramente un miracolo, ma a tale miracolo hanno contribuito tutti i professionisti che ci sono stati accanto in questi mesi tanto difficili. Perciò grazie, anzitutto, per averla guarita. E ancora grazie per esserci sempre stati vicini.
Con profonda riconoscenza e stima,
I figli di E.F
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