Aste giudiziarie: carcere confermato per Galdieri, Genovese, Pagano e Dello Russo

Cade invece l'accusa di voto di scambio politico-mafioso per Nicola Galdieri e Damiano Genovese

L’ombra del voto di scambio politico-mafioso sulle amministrative del capoluogo del 2018 resta ma le accuse non ricadono più su Damiano Genovese e Nicola Galdieri, da oggi estranei al reato contestato.

I giudici del Riesame hanno infatti deciso di stralciare l’accusa di voto di scambio politico-mafioso per entrambi, evidentemente perchè non sussistono le ipotesi; solo dalle motivazioni della decisione, che verranno depositate entro i prossimi 30 giorni, si potrà dedurre il perchè. Dunque l’accusa di voto di scambio resta solo per il presunto boss del clan di Capocastello, Pasquale Galdieri, detenuto in carcere a Sassari in regime di 41-bis, e per Sabino Morano, indagato a piede libero, che all’epoca era il candidato del centrodestra alla carica di sindaco di Avellino. L’elezione di Genovese a consigliere comunale fu dunque pulita e non favorita dal clan: smontate dagli avvocati Claudio Mauriello e Gerardo Santamaria le accuse sul punto della Dda di Napoli, che potrà comunque presentare ricorso in Cassazione contro la sentenza del Riesame.

Per il resto invece il tribunale del Riesame ha respinto i ricorsi dei quattro indagati che ieri si sono presentati, virtualmente, alla sbarra: Damiano Genovese e Nicola Galdieri appunto, assieme a Carlo Dello Russo e Beniamino Pagano. I magistrati hanno infatti confermato per tutti la validità dell’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso per il business delle aste giudiziarie, avanzata dalla Dda che ha trovato la sottoscrizione del gip di Napoli Fabrizio Finamore, che dunque reputò necessaria la misura cautelare in carcere in attesa dell’eventuale processo nei loro confronti. Anche il riesame ha quindi convalidato la detenzione dietro le sbarre per tutti e quattro.

Il legale difensore dei Galdieri, Dello Russo e Pagano, l’avvocato Gaetano Aufiero, ha però presentato un esposto ai procuratori antimafia in merito ad alcune intercettazioni: “Mentre buona parte sono state riportate in maniera corretta a sostegno delle accuse contestate ai miei assistiti, altre sono state trascritte in maniera palesemente distorta – ci ha spiegato il legale – per questo ho evidenziato la questione ai procuratori. Secondo me sono inutilizzabili” la sua posizione.

In precedenza il Riesame aveva confermato la detenzione in carcere per Pasquale Galdieri, Armando Aprile e Modestino Forte. Livia Forte, anche lei dietro le sbarre, invece finora ha rinunciato a presentare ricorso. Revocati invece i domiciliari per il figlio Antonio Ciccone, ritornato in libertà

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