Maggioranza, abbiamo un problema: gli alleati avvertono Festa
I gruppi consiliari di Petitto e D'Agostino hanno saltato le ultime due capigruppo: primi scricchiolii per la maggioranza del sindaco, in difficoltà per alcune questioni amministrative. Aggiustamenti in giunta in vista?

Agatha Christie non si sbilancerebbe ancora, perchè due indizi sono da considerare una coincidenza e bisogna attendere il terzo per fare una prova. Ma in politica in realtà due segnali come questi bastano e avanzano per comprendere che qualcosa non torna nella granitica maggioranza di Gianluca Festa. E soprattutto, se si vuole evitare che la pallina che ha iniziato a rotolare si trasformi in valanga, bisogna evitare di far finta di nulla e cercare di risolvere quanto prima i problemi, interpretando le avvisaglie, soprattutto quando a lanciarle sono i tuoi alleati.
Il prologo. Si parte dalla capigruppo della discordia, quella convocata in estrema urgenza lo scorso 26 novembre dal presidente del consiglio comunale Ugo Maggio su indicazione del sindaco Festa, per fissare il consiglio comunale del 30 novembre, in cui c’era la necessità di approvare la variazione di bilancio entro i termini fissati dalla legge.
Una questione delicata, vista la tempistica, ma quel giorno i capigruppo di maggioranza non si sono presentati. O meglio, due in particolare hanno disertato l’appuntamento: i riferimenti consiliari dei gruppi “Ora Avellino” e “Vera”, ovvero le liste civiche dei due partner politici di Festa, Livio Petitto e Angelo Antonio D’Agostino. Gianluca Gaeta e Gerardo Melillo non si sono visti a palazzo di città: i capigruppo dell’opposizione, conseguentemente, hanno abbandonato la riunione impedendo di fatto all’amministrazione di portare in aula la variazione di bilancio.
Il giorno dopo, per rimediare, sempre Maggio è stato costretto a forzare, inserendo comunque nella seduta del consiglio comunale l’ordine del giorno non approvato dalla capigruppo. Un atto d’imperio che non è affatto andato giù alla minoranza che ha deciso di disertare di conseguenza i due successivi consigli comunali, per poi abbandonare anche tutti i ruoli all’interno delle commissioni.
Il fatto. Questa mattina, nuova capigruppo. Obiettivo: fissare gli ordini del giorno della prossima assise. L’opposizione in blocco, mantenendo il punto, non ha partecipato. Insomma la protesta si fa veemente, ma l’episodio può essere tranquillamente catalogato tra i molteplici sgarbi che si avvicendano all’interno della normale (anche se forse si sta andando un pò oltre, da entrambe le parti) contrapposizione politica.
Quel che fa decisamente rumore però è ancora una volta l’assenza di alcuni riferimenti della maggioranza. Non casuali, sempre gli stessi: Gaeta e Melillo, entrambi assenti, nemmeno sostituiti dai loro vice.
E dire che ad attenderli c’era il sindaco Festa in persona, che aveva deciso di partecipare alla riunione. Un affronto non da poco. Davvero difficile limitarsi a definire l’accaduto una semplice coincidenza. E infatti il presidente del consiglio Ugo Maggio non è riuscito a nascondere l’irritazione: «Molti di loro hanno palesato la difficoltà ad essere presenti per motivi di lavoro – ha dichiarato il presidente dell’assise ai taccuini dei colleghi di Orticalab, riferendosi alle assenze dei capigruppo di maggioranza – Abbiamo riprogrammato la Conferenza alle 15 del 15 dicembre proprio per venire incontro alle esigenze di tutti e per attendere una risposta da parte delle opposizioni Ad ogni modo nessuno bloccherà le attività amministrativa, in caso di perdurante assenza non potremo che programmare e fissare la data del prossimo Consiglio Comunale».
«Con il rinvio – dirà invece Diego Guerriero di W la Libertà – il sindaco Festa ed il presidente Maggio hanno dato dimostrazione di garbo istituzionale. Il mio auspicio, guardando ai colleghi delle opposizioni, è che il confronto venga riattivato al più presto e una sede istituzionale come quella rappresentata dalla Conferenza dei Capigruppo è, certamente, il luogo adatto»
Ma il messaggio, soprattutto quello di Maggio, è evidentemente per tutti. I fedelissimi di Festa naturalmente tirano dentro anche l’assenza dell’opposizione per non ingigantire i problemi interni, scaricando le responsabilità sulla minoranza; ma dietro il cosiddetto ‘garbo istituzionale’ nascondono a fatica i problemi della maggioranza, che se avesse fatto quadrato avrebbe tranquillamente potuto fissare gli ordini del giorno del prossimo consiglio comunale, che ora rischia invece addirittura di saltare.
Non regge dunque la scusa della mancata partecipazione dell’opposizione, comodamente superabile. A far saltare la capigruppo è stata l’assenza dei riferimenti di maggioranza e nel mirino delle invettive di Maggio c’erano e ci sono senza dubbio gli alleati, come d’altra parte, anche questa è storia nota, nel bersaglio degli alleati è finito più di una volta lo stesso Maggio
La conclusione. La realtà dunque ci consegna una storia ben diversa da quella che l’amministrazione ha provato finora a raccontare. Nella cosiddetta maggioranza di ferro si avvertono i primi malumori, non da oggi tra l’altro. Ora però si sono palesati e perfino davanti agli occhi del sindaco.
Troppo presto allo stesso tempo per parlare di crisi, o immaginare che da oggi in poi toccherà assistere ai soliti balletti e defaillances che hanno aggravato le posizioni delle varie amministrazioni comunali che si sono susseguite a piazza del Popolo. Il sindaco Festa gode ancora della fiducia della sua maggioranza e dei suoi alleati, figuriamoci, ma è chiaro che è stato richiesto un cambio di passo.
Alcuni passaggi amministrativi non sono certo piaciuti: mercato, terminal bus, costituzione di parte civile nel processo contro il clan, politiche ambientali, questioni dove il sindaco Festa non ha di certo brillato e dove è mancato il coinvolgimento nelle decisioni dei consiglieri di maggioranza. Non solo: sono troppe le pratiche che procedono al rallentatore (cultura e lavori pubblici su tutti), anche se il lavoro di Festa trova giustificazioni nella pandemia e nella sempre più grave carenza d’organico di palazzo di città. Ma è indubbio che il primo cittadino non attribuisca la giusta considerazione ad alcuni settori. E i suoi consiglieri respirano in strada il malcontento della cittadinanza, di cui iniziano a raccogliere sempre più le lamentele.
Inoltre il sindaco, dopo le dimissioni della De Falco, non ha ancora riassegnato la delega ai fondi europei. Tenendola stretta a sè, nonostante avesse già le deleghe alle politiche sociali e cultura. Lavori pubblici, ambiente e politiche abitative restano salde nelle mani tra l’altro dei suoi fedelissimi, Genovese, Negrone e Mazza, riferimenti delle sue liste civiche personali. Con il bilancio e l’urbanistica ai tecnici Cuzzola e Buondonno, resta davvero ben poco agli alleati: patrimonio per Luongo, unica casella ceduta a D’Agostino, vicesindaco e sport a Petitto, assegnati a Nargi e Giacobbe. Senza dimenticarsi che Festa si è preso anche la poltrona del presidente del consiglio comunale, affidata a Ugo Maggio, già finito vittima del fuoco amico e che sente di nuovo scarsa fiducia attorno alla sua figura.
Insomma i conti non tornano e quando le pratiche amministrative non decollano i problemi si accentuano. Se al quadro descritto si aggiungono le future elezioni del presidente della provincia (Festa non ha fatto mistero della sua ambizione di diventare il successore di Biancardi), allora la partita in gioco diventa ancor più nitida. Se Festa vuole accomodarsi anche a palazzo Caracciolo deve poter contare sui voti compatti della sua maggioranza, per ottenerli deve saper interpretare i malumori e risolverli. Con metodi da prima repubblica, leggi rimpasto, che il sindaco ha sempre criticato; oppure iniziando ad ascoltare ed accontentare le richieste dei suoi consiglieri e dei suoi alleati, modificando stile e conduzione della partita amministrativa. Potrebbe addirittura essere necessario fare entrambe le cose, è anche possibile allo stesso tempo che tutto si risolva in una bolla di sapone, attraverso un semplice chiarimento.
Di certo Festa qualcosa dovrà fare: come lo farà segnerà il suo futuro percorso amministrativo.
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